Il nostro Paese è in vendita? Abbiamo chiesto un commento a Gianluca Santoni Investigatore che si è occupato anche di Made in Italy e contraffazione.
Quasi la metà delle grandi aziende italiane ha realizzato almeno un’acquisizione nell’81% dei casi è avvenuta all’estero.
Solo il 13% delle aziende italiane è stato acquistato dagli stranieri. Il livello più alto di redditività e produttività è registrato sia tra le aziende che esportano il 75% sia dalle player nazionali. Questi dati sono forniti da uno studio dell’Università di Pavia, che ci fa capire che non è vero che l’export aiuta le nostre aziende.
Le aziende esportatrici sono quelle che hanno già un alto reddito di produttività, e consente loro di assorbire i costi non recuperabili, legati alla internazionalizzazione.
Le aziende sono sempre aperte all’innovazione e possiamo vedere dallo studio che soltanto il 30% non cede all’innovazione, sono però le aziende innovatrici che hanno la maggior probabilità di aumentare il loro grado internazionale.
Le aziende manifatturiere non solo gli uni ambasciatori del Made In Italy, il 65% del settore terziario esporta.
L’esportazione non è legata solo a ridurre i costi ma la maggior parte è per i clienti sul territorio, e per i partner locali.
Corruzione e burocrazia sono presenti anche nel mercato estero, che deve affrontare anche il problema della ricerca del personale, e le differenze culturali.
L’ultimo governo si è battuto molto per le etichette Made In Italy e per tutelare le eccellenze , soltanto 80% delle aziende lo usa e sono del settore tessile, alimentare il 59%.
Le nostre aziende sono da sempre impegnate a lottare contro la contraffazione, che è sempre in continuo aumento, se facciamo un giro sui social troviamo in vendita oggetti , delle migliori marche , che non sono fallate non sono rubate , ma vengono riprodotte identiche e spedite a casa tua anche con la confezione originale se originale la possiamo chiamare.
In rete chi lo tutela il Made In Italy?