“Nessuno se ne accorge, forse, ma l’umanità ha bisogno di poesia”. (Maria Luisa d’Aquino)
Una poesia che non è semplicemente quella dei versi o delle note che si susseguono su un pentagramma. La poesia, tra i tanti linguaggi in cui si manifesta, si presenta anche in quello figurativo, quello dell’infinita bellezza artistica.
Lo spazio che emerge da un quadro è lo spazio in cui riversiamo pensieri e trasporti emotivi. “E se il mondo ha l’anima come in letargo” le Arti si innalzano come baluardi fondamentali alla sopravvivenza, creando un’atmosfera altra, vibrante di vita e lontana dai tormenti terreni.
Una vita e una poesia che nelle opere di Carmine dello Ioio traspaiono nella scelta dei personaggi raffigurati, negli scorci della millenaria città che l’artista ben conosce e nell’eleganza soave e silente dei suoi secolari portali.
È un’indagine decennale quella condotta dal pittore, una ricerca assidua finalizzata a cogliere attimi ispiratori, soggetti parlanti nella loro immobile quotidianità. Immagini di vita da tradurre in poesia pittorica. L’ambientazione di questo percorso è sempre la stessa, quella della città partenopea con il suo scorrere fluente, le sue aperture e le sue contraddizioni. Quando la mente dell’artista si svuota di preoccupazioni e pensieri vani giunge il momento di assecondare la vena creativa. Il tempo trascorre senza più incidere sui secondi dell’esistenza. Occorre fermarsi, osservare, tracciare fugacemente su un taccuino quell’immagine di vita, prima che scompaia, eseguire un bozzetto preparatorio che ricordi l’attimo che non deve fuggire. Un’operazione che il pittore compie anche attraverso l’utilizzo della macchina fotografica, focalizzando paesaggi, vedute, oggetti e persone. La stessa città fornisce all’artista supporti di recupero su cui realizzare l’opera finale. La tecnica è armonico caos: colori a pastello, acrilici, biro, inserti di stoffa. Le sfumature variano colore giocando con le emozioni del momento. Il pittore si pone come osservatore, attraversa la città nei suoi punti cruciali, lì dove la folla spontaneamente e inesorabilmente ogni giorno si aggrega. Tante storie, tanti sguardi si incrociano senza conoscersi e a loro insaputa l’artista è pronto a spiarli. Dell’interno in Galleria ne descrive il sonoro, i brusii di fondo, i disordinati passi. Il dipinto sembra restituire anche ciò che è lontano, il traffico continuo, gli estenuanti claxon, la fuliggine dei gas di scarico che giunge dall’esterno a inondare la superficie pittorica. Individualità complesse e infinite razionalità vivono nella folla che possiede, tra le poche certezze, quelle degli appuntamenti fissi, dei passaggi obbligati.
Il punto di fuga è il mare. Lo si scorge in lontananza. Basta un colpo d’occhio in fondo alla discesa per riconoscerlo e sincerarsi che sia ancora lì, pronto a bagnare la città e ad aspettare il suo popolo.
La pittura di Carmine Dello Ioio, pur traendo il proprio motif dalla realtà, alle volte si unisce con il mondo fantastico dell’infanzia, con quei tocchi delicati e puri impressi dalla giovanissima discepola Marida.
Fedela Procaccini
Frammenti di una città (s)velata
Mostra personale di Carmine Dello Ioio
Dal 22 al 31 marzo 2018
Vernissage giovedì 22 marzo, ore 18.30
Salvatore Serio galleria d’arte
Via Oberdan 8, Napoli
Orari: dal lunedì al sabato 10.30-13.00/16.30-19.30
Fonte notizia
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