Il cantautore presenta quello che è il brano più personale dell'intero disco, una dedica alla sua città natale, Pesaro, capitale della cultura 2024, alla sua famiglia e a tutti i suoi ami-ci più cari.
Il racconto di una Pesaro quasi "magica" nelle estati dei primi anni 2000 dove Angelucci e i suoi coetanei passano le giornate in giro con la bicicletta alla ricerca di avventure attraverso le strade e le campagne di una piccola città di provincia, fatta di colline a strapiombo sul mare e di personaggi strani che puntualmente vengono etichettati con buffi soprannomi e poi bersagliati di numerosi scherzi.
A differenza degli altri pezzi dell'album ciò che emerge da "cielo di speranza" è un massiccio uso delle tastiere che ci ricorda come Angelucci sia da sempre un fan dei Keane e che dà alla canzone un’impronta quasi da colonna sonora di un film anni ‘90, dove un gruppo di uomini ormai rapiti dalla frenesia della vita adulta ricorda con affetto le giornate estive da adolescenti, passate fra un amore non corrisposto e una nuotata al mare. Si ha come l'impressione che con quest'ultimo pezzo si sia chiuso un cerchio.
Se Angelucci due anni fa con "Una canzone per te", ci ha voluto ricordare che non è mai troppo tardi per esprimere i propri sentimenti e poi, con "La storia di Billy", ci ha esposto la sua indole ribelle di chi vive contro la Massa e contro gli schemi, oggi ritorna con questo omaggio al luogo che lui vede semplicemente come "casa" e ci riporta a quegli anni spensierati dove tutto era possibile e dove non c'era altro modo di vivere la vita se non "a braccia aperte sotto un cielo di speranza”.