Ha da poco pubblicato il suo nuovo libro “In Viaggio”, ce ne vuole parlare?
Questo mio libro, IN VIAGGIO, raccoglie fotografie che ho scattato in molti decenni, a partire dagli anni 80 dello scorso secolo, durante i miei viaggi attraverso il mondo. Qui in particolare sono raccolte foto scattate in varie località del Nord Africa, nel medio e lontano oriente.
Accanto alle foto vi sono alcune poesie, brevi testi, frasi ed haiku che ho scritto negli anni a sottolineare le esperienze vissute e le impressioni ricavate. Ho voluto impostare questo libro suddividendolo in capitoli: innanzitutto i DESERTI, che hanno sempre avuto, per me, un grande fascino, i VILLAGGI, con la gente e le sue usanze, i MERCATI, anche i più sperduti in mezzo alle montagne, ed infine il LAVORO.
Altri capitoli saranno poi trattati nel secondo volume.
Quale messaggio vuole trasmettere con questo libro?
Un messaggio di fratellanza perché anche se le culture, le religioni, gli usi quotidiani sono diversi e spesso siamo portati a diffidare del diverso da noi, ci accomuna un’identica serie di emozioni e sentimenti, gioia, dolore, speranza…tutto ciò che ci rende umani.
In questo volume vediamo una parte inedita della sua creatività, ovvero la fotografia. Quanto influisce questa parte nelle sue opere da pittrice?
La fotografia ha influito moltissimo. Con la fotografia ho fissato i ricordi, le emozioni, le sensazioni, i sentimenti provati che poi ho elaborato con la pittura. I miei paesaggi non sono semplici paesaggi, spesso sono il sunto di un luogo, dell’atmosfera che vi ho percepito, dell’attimo vissuto.
Che cosa racconta la sua arte, ci sono soggetti e tematiche a cui è particolarmente legata?
Con la mia arte voglio raccontare il mondo, così come io l’ho visto, come l’ho percepito, a volte come l’ho sognato, perché mai ho potuto visitare alcune località. È il viaggio l’elemento che accomuna le mie tele, siano villaggi africani o le case di Matera, i deserti o le giungle tropicali, le marine o la natura attorno a noi.
Un soggetto che dipingo spesso è la mongolfiera, è il simbolo di un viaggio lento, quieto, che permette di assaporare la natura e il paesaggio attorno a noi. Per me è anche un simbolo di leggerezza e di libertà e a volte anche un modo per prendere le distanze da alcune realtà non gradite.
Come mai ha voluto il professore Salvo Nugnes per curare il suo libro?
Innanzitutto, per la sua grande professionalità che ho avuto modo di conoscere e apprezzare nei molteplici eventi di SPOLETO ARTE cui ho partecipato.
Poi perché ho colto in lui una sensibilità davvero profonda, inoltre la capacità di dare spazio alle idee altrui, se valide ovviamente, e una grande carica positiva.
Come artista, ricorda qual è stata la sua soddisfazione più grande?
Devo dire che da quando partecipo agli eventi organizzati da SPOLETO ARTE ho avuto molte soddisfazioni, direi che è stato un crescendo fino a giungere alla mia mostra personale alla MILANO ART GALLERY, lo scorso febbraio, all’apprezzamento del maestro Pippo Franco durante la PROBIENNALE DI VENEZIA, ed in ultimo il prestigioso premio CAPRI ART PRIZE ricevuto in questi giorni.
È in programma anche un secondo volume di fotografie, su cosa sarà quest’ultimo?
Sarà la continuazione del primo volume con gli ultimi tre capitoli: RITRATTI, di persone che ho cercato di cogliere, con rispetto e discrezione, in attimi fugaci della loro vita; LUOGHI DI CULTO, un modo per cogliere attraverso la sua religiosità l’essenza più profonda di un popolo; CITTA’, con la sua gente, con i suoi contrasti e anche i suoi splendori.