Camilla Ugolini Mecca - “Tutto il resto mi sfugge”
Camilla Ugolini Mecca presenta un’intensa silloge poetica divisa in due parti, esito di una ricerca personale intrapresa dall’autrice per comprendere i significati profondi che si celano dietro l’incontro con l’altro da sé. L’opera è stata finalista al concorso Faraexcelsior 2023, e ha vinto il primo premio nella sezione “Libro edito” al concorso internazionale di poesia Universum Basilicata 2024.
Casa editrice: Fara Editore
Collana: Spiccioli
Genere: Raccolta poetica
Pagine: 64
Prezzo: 12,00 €
«Io so che esiste il presente, tutto il resto mi sfugge. Felice ignoranza del futuro dove si spalanca l’oro di un luminoso anello, o di una spiga. Tu invece voli nell’altrove e lo tessi d’argento. Di luoghi e pensieri dove sogni d’approdare. Saprai imbarcarti, infine? Sfidare i venti, tendere vele e ali? Io so che esiste la mia parola. Nient’altro so»
“Tutto il resto mi sfugge” di Camilla Ugolini Mecca è una suggestiva raccolta di poesie in cui veniamo accompagnati in un viaggio che si snoda in due direzioni: da una parte si sorvolano i territori del sentire umano – nella sezione “Corpo Celeste”, e dall’altra ci si abbandona a visioni oniriche legate a una particolare simbologia – quella dei tarocchi, e nello specifico dei ventidue arcani maggiori, nella sezione “I Sogni di Clara Kutznetsova”.
L’autrice presenta una serie di emozionanti liriche in cui si esplora il sentimento dell’amore – che assume allo stesso tempo caratteristiche terrene e divine, e che viene anche trasfigurato in immagini evocative, sognanti, simboliche. In questi versi si mette in scena l’incontro con l’altro – inteso come attraversamento, contaminazione – giocando sul binomio vicinanza/distanza, o ancor meglio presenza/assenza: due termini dai significati contrapposti che nelle poesie dell’autrice coesistono in un unico luogo dell’anima, in cui anche il ricordo è tangibile e l’amore permea tutto ciò che si ha intorno, mutandone la forma - «Ti immagino vicino a me, corpo celeste corpo d’ombra, che non mi fa paura. Ti immagino senza parole, senza intenti. Soltanto sguardi e dita. Tutto ciò che è umano non è fra noi. Lontane sono ormai le leggi della Terra. Fronte su fronte, ci circonda il silenzio. Sospesi, fluttuanti. Cavalieri di nuvole».
Camilla Ugolini Mecca instaura un dialogo con l’Amore e si interroga su cosa susciti in lei nel momento in cui viene attraversata dalla sua corrente vitale; l’autrice si serve della parola poetica per meditare sull’esistenza e per ancorarsi al qui e ora, unica certezza insieme alla poesia. “Tutto il resto mi sfugge” racconta cosa significhi davvero essere presenti a sé stessi e assaporare fino in fondo il tempo che abitiamo – contro la tendenza contemporanea a viverlo distrattamente, e senza metterci il cuore. Questa silloge poetica è un invito a orientarsi verso la luce ma ad abbracciare con fiducia anche l’oscurità dell’ignoto, due facce della stessa medaglia che si chiama esistenza. L’autrice ci ricorda inoltre quanto sia importante il contatto con la Natura, madre benevola tra le cui braccia possiamo finalmente tornare ad essere autentici, selvaggi ed essenziali.
SINOSSI DELL’OPERA. “Io so che esiste il presente, tutto il resto mi sfugge” è il verso dal quale è stato estratto il titolo di questa intensa silloge che unisce tutto ciò che di più umano e divino ha la poesia. Lo si evince già dall’enunciato dell’autrice nel quale raffronta la poesia con la divinità, che si deve ascoltare e vivere, e paragona il poeta al suo oratore, a quell’oracolo che si fa interprete e dona responsi in relazione al suo sentire, al suo modo di essere e di stare in questo mondo (Elisabetta Bagli).
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