Il libro di Raffaella Milandri: “Liberi di non comprare. Un invito alla Rivoluzione”, continua a mietere successi e si riconferma quanto mai attuale. Anzi, si potrebbe aggettivare col termine “profetico”. Incentrato sulla decadenza della civiltà del consumismo con tutte le sue piaghe, il libro è un vero e proprio appello che ci accompagna attraverso una profonda riflessione sul significato della vita stessa e dei suoi valori, incitando ad un cambiamento che ognuno può applicare, scrollandosi di dosso abitudini e convenzioni che fanno solo il gioco della èlite ricca del Pianeta. Attraverso il dialogo con Jesus, un senzatetto di New York, e con la saggezza millenaria di diversi esponenti di popoli indigeni, la Milandri mette a fuoco impietosamente come l’unica cosa che possediamo, il tempo della nostra vita, si trasformi in rivoli di denaro che defluiscono insensatamente lasciandoci in solitudine e inappagati. Il libro contiene contributi di Renzo Paris, che parla di Pasolini e del suo "anticonsumismo", e di Francesco Barbagallo, che fa una analisi storica dei "mala tempora"; dice Barbagallo: “questo libro appassionato ribalta i luoghi comuni sui rapporti tra paesi avanzati e Popoli Indigeni”. Parla Raffaella Milandri: “Questo mio libro parla del consumismo come causa principale dell’inquinamento, della decadenza dei valori umani, della solitudine e delle discriminazioni sociali. E’ una opera che ho avuto urgenza di divulgare e che è stata premiata a concorsi letterari di prestigio. Le vittorie del mio lavoro sono un momento importante per riflettere sul futuro: è una responsabilità. Vuol dire che sono sulla strada giusta, e mi devo impegnare ancora di più, in maniera particolare nella divulgazione della letteratura etica, che abbia una funzione sociale e civile”. Nei suoi libri Raffaella Milandri promuove la cultura, l’identità e i diritti umani dei Popoli Indigeni, che vivono ai margini del “Progresso”, ma i cui microcosmi sociali e culturali rappresentano esempi preziosi di convivenza pacifica ed ecosostenibile. E sottolinea il progressivo indebolimento della società dei consumi, che appare in corsa verso la autodistruzione.
Scrittrice e giornalista, Raffaella Milandri, attivista per i diritti umani dei Popoli Indigeni, è esperta studiosa dei Nativi Americani e laureata in Antropologia. È membro onorario della Four Winds Cherokee Tribe in Louisiana e della tribù Crow in Montana. Ha pubblicato oltre dieci libri, tutti sui Nativi Americani e sui Popoli Indigeni, con particolare attenzione ai diritti umani, in un contesto sia storico che contemporaneo. Si occupa della divulgazione della cultura e letteratura nativa americana in Italia e attualmente si sta dedicando alla cura e traduzione di opere di autori nativi. Tra le sue opere ricordiamo “Nativi Americani. Guida alle Tribù e alle Riserve Indiane degli Stati Uniti” (Mauna Kea, 2021), una opera completa e aggiornata sul mondo delle tribù indiane oggi.
ESTRATTO: Tutto è cominciato dalle mie due vite. E dalla mia valigia. Una, la vita delle strade polverose e assetate, percorse da piedi nudi, e che ai margini assiepano cespugli di scarne mani affamate. Strade nei Paesi in via di sviluppo, visitati durante i miei viaggi. L’altra, la vita dei marciapiedi lastricati che rifiutano germogli o terriccio, percorse da tacchi a spillo e suole high tech, illuminate da vetrine con giungle di prezzi e di suadenti promesse. In Italia, e ovunque regni l’Occidente, dove vivo. La mia doppia vita si è travasata e incarnata nella spartana valigia dei miei viaggi. Contrapposta al mio enorme, inamovibile armadio ricolmo, una pesante àncora al mio mondo occidentale che reclama orpelli, ammennicoli, fronzoli, divise e livree. Continui camuffamenti. Col tempo ho associato l’idea di Libertà e Verità al concetto della mia valigia leggera. Libertà è privazione e non possesso. Il possesso è schiavitù. Ma la valigia non basta, e non vale fuggire da qui, dal mio mondo occidentale i cui confini dilagano e si dilatano. Ho cominciato a provare profondo disagio, fino al malessere fisico, nei centri commerciali e nel fare shopping. Mi sono sentita una schiava dalle catene invisibili. Le catene fatte di soldi e di comunicazioni virtuali. E così sono arrivata alla necessità di scrivere questo libro. Di scriverti questo libro. È stato vicino al concepimento per almeno tre anni, in cui ho girato con taccuino e penna nella borsa, prendendo appunti, scrivendo frasi prima che evaporassero dalla mia memoria. Osservavo con la mente sgombra da preconcetti. Ed ero sempre più arrabbiata di fronte a quello che vedevo. Ma aspettavo chi mi traghettasse dall’altra parte: quel lato del fiume destinato a chi esce dal “sistema” in cui viviamo, dal percorso quotidiano disseminato di regole nel quale, giorno dopo giorno, veniamo incolonnati come un gregge sotto la custodia di una ristretta oligarchia di pastori apparentemente benevoli che nasconde appetiti insani e brutali. Quel gregge siamo noi: i consumatori. E il mio traghettatore è Jesus.
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maunakeaedizioni.wordpress.com 2024 05 08 liberi-di-non-comprare-di-raffaella-milandri