Anna De Brémont - “Sonetti e poesie d’amore”
Di Felice Edizioni pubblica per la prima volta in Italia l’opera poetica di Anna De Brémont, contessa stravagante e dai poliedrici interessi, instancabile viaggiatrice e amica di numerosi artisti e scrittori, tra i quali spicca Oscar Wilde. La raccolta, con testo originale a fronte, è curata e tradotta da Valeria Di Felice e si compone di liriche sovversive e appassionate, le quali fecero molto scalpore nella società vittoriana.
Casa editrice: Di Felice Edizioni
Collana: I contemporanei del futuro
Genere: Raccolta poetica
Pagine: 256
Prezzo: 25,00 €
«C’è una camera nel mio cuore sacra, da tutto il mondo lontana. Tremante e triste dentro la sua porta entro, per versare tutti i miei dolori. Ancora, non appena la ghirlanda della gioia attorciglia la mia anima e i sensi allegramente, vado in cerca del suo silenzio, là per conservare tesori di gioie che non esistono più. Ed ecco! il miraggio dell’Amore spesso sembra diventare più splendente – farsi lacrime […]»
“Sonetti e poesie d’amore” – titolo originale “Sonnets and Love Poems” (1892) – di Anna De Brémont è una raccolta poetica in cui è contenuta una consistente parte della produzione lirica di quest’autrice coraggiosa e libera, ferma sostenitrice dell’emancipazione femminile; una figura di spicco, sebbene molto discussa, negli ambienti culturali americani, francesi e inglesi, dall’indole teatrale e dotata di uno spirito critico e ribelle. Dalle parole di Valeria Di Felice, curatrice e traduttrice dell’opera: «Intuitività, audacia, passione, carisma. Sono solo alcune delle aure che avvolgono una figura tanto ammirata quanto criticata come quella di Anna De Brémont, donna poliedrica che visse tra Ottocento e Novecento coniugando il suo estro al canto, al teatro, alla letteratura, al giornalismo. Innamorata del genio creativo, eccentrica, irriverente verso un modello culturale che invitava le donne a non esprimersi se non come mogli e madri, Anna porta la sua intraprendenza americana nella società vittoriana. Diventa non solo testimone ma soprattutto promotrice di un’immagine femminile innovativa, in transizione verso nuovi ideali e possibilità».
La raccolta è divisa in tre parti: la prima “Sonetti”; la seconda “Poesie d’amore”; la terza “Miscellanea” con liriche di varia natura per struttura strofica e lunghezza, accomunate dall’uso predominante della rima, per lo più alternata o baciata. Dai versi della contessa Anna De Brémont emergono la sua energia incontenibile, la sua passione per la vita, la sua attitudine all’avventura e la sua vivace intelligenza; allo stesso tempo, in questa raccolta troviamo le sue amare e tormentate riflessioni sulla perdita, sulla morte di chi si ama, sulla solitudine. L’autrice, che ha uno sguardo attento e curioso per le faccende terrene, rivolge sempre i suoi occhi anche all’eternità, verso quel luogo in cui gli affetti perduti la attendono, immersi nella luce divina. Il nucleo pulsante dell’opera risiede nel sentimento dell’amore, declinato nelle sue tante sfumature: nell’estasi del rapporto carnale, nello struggimento della mancanza, nella dannazione dell’amante ferito e abbandonato.
Valeria Di Felice ci permette di conoscere una voce inedita e originale del panorama poetico a cavallo tra Ottocento e Novecento; una donna intraprendente e una poetessa raffinata, giudicata scandalosa dai suoi contemporanei per i suoi comportamenti libertini e per la forza che ha sempre dimostrato nell’accettare nuove e audaci sfide. A centodue anni dalla sua morte, abbiamo la possibilità di scoprirla e di darle il giusto riconoscimento, affrancandola da ogni pregiudizio passato e omaggiandola per la donna e artista straordinaria che è stata.
SINOSSI DELL’OPERA. “Sonetti e poesie d’amore” è una raccolta poetica pubblicata nel 1892 a New York e dedicata al marito dell’autrice, Èmile Léon de Brémont. Il filo conduttore è l’amore cantato in tutte le sue forme: da quello fraterno a quello passionale, da quello amicale a quello materno, dall’amore impossibile a quello desiderato, da quello per un uomo a quello per la danza, il canto, l’arte. Tuttavia, la maggior parte delle poesie è l’espressione di un canzoniere dalle melodie erotizzanti, in cui l’io lirico lambisce inebrianti sogni ad occhi aperti.
BIOGRAFIA DELL’AUTRICE. Anna Dunphy de Brémont (circa 1852 – 1922)è nata a New York e ha trascorso la giovinezza a Cincinnati (Ohio). Dopo la morte del marito, il conte Èmile Léon de Brémont, va a Londra e intraprende un tour internazionale, soprattutto in Europa e in Sudafrica, che la vede protagonista in più ruoli: conferenziera, poetessa, attrice, cantante, giornalista. Amica di Oscar Wilde e della sua famiglia, è una figura che con l’esempio si batte contro un modello culturale che invitava le donne a non esprimersi se non come mogli e madri, portando l’intraprendenza americana nella società vittoriana. È al centro di numerose vicende che la rendono molto nota soprattutto in Inghilterra e Francia. Ad esempio, nel 1895 ha un processo contro il drammaturgo Gilbert, che viene accusato da lei di diffamazione. Il processo, invece, si chiude con una sentenza favorevole a Gilbert, dopo che i suoi avvocati riescono a far passare Anna per una donna poco affidabile e dedita a comportamenti moralmente discutibili, legittimando questa reputazione anche con la lettura delle sue poesie. Allo scoppio della prima guerra mondiale, offre il suo castello a Saint-Jean-de-Luz al governo francese, che lo trasforma in un ospedale militare. Gli ultimi anni della sua vita li passa a Londra; muore nel 1922 di polmonite, a circa settant’anni.
BIOGRAFIA DELLA CURATRICE E TRADUTTRICE DELL’OPERA. Valeria Di Felice (Nereto, 1984) fonda nel 2010 la Di Felice Edizioni, casa editrice italiana specializzata nella poesia. Ha pubblicato varie raccolte poetiche che sono state tradotte in arabo, nederlandese, romeno, spagnolo e pubblicate in Marocco (2012), negli Emirati Arabi (2015), in Romania (2016 e 2022), in Palestina e Giordania (2017), in Tunisia (2020), nei Paesi Bassi (2021), in Spagna (2021). Nel 2016 ha curato l’antologia poetica “La grande madre. Sessanta poeti contemporanei sulla Madre”, nel 2017 la miscellanea di critica e poesia “Alta sui gorghi” e nel 2019 il volume “Antonio Camaioni. Nell’ordine del caos”. Nel 2018 ha tradotto, in collaborazione con Antonella Perlino, il libro di racconti della scrittrice marocchina Fatiha Morchid, “L’amore non è abbastanza”. Nel 2023 ha curato e tradotto “Sonetti e poesie d’amore” della contessa Anna De Brémont.
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