Work-life balance, benessere delle risorse e flessibilità. Se volessimo riassumere così i principali trend del lavoro dei prossimi mesi dovremmo sicuramente citare questi tre elementi che, da ormai qualche anno, influenzano le scelte dei candidati e, di conseguenza, le strategie delle aziende in fatto di talent attraction.
“Le priorità dei candidati – precisa Massimo Mariani di AB Lavoro, società di ricerca e selezione di personale qualificato – sono notevolmente cambiate e le aziende, per non perdere le risorse migliori, hanno dovuto modificare la propria organizzazione, mettendo al centro non soltanto stipendi adeguati (che, naturalmente, restano una priorità), ma anche aspetti che potremmo definire intangibili e che, fino a poco tempo fa, non venivano minimamente considerati: benessere, flessibilità e valori. Solo le aziende che punteranno su questi tre elementi risulteranno davvero attrattive e riusciranno a vincere una delle sfide più difficili in questo momento: la talent retention”.
Da qualche tempo, le imprese vengono valutate non solo per il loro successo in termini di business, ma anche – e soprattutto – per il loro impatto sociale. Scelte sostenibili, politiche di diversity & inclusion ben definite e responsabilità sociale saranno sempre più importanti e solo le imprese che saranno in grado di integrare questi valori nella cultura aziendale riusciranno ad attrarre e trattenere i talenti.
“Il mondo del lavoro – aggiunge Giacomo Grilli di AB Lavoro – sta cambiando rapidamente ed è importante che tutti, organizzazioni e candidati, si adattino per rimanere competitivi e per non perdere importanti occasioni. Da questo punto di vista, il mercato italiano è molto vario: ci sono alcune aziende che si sono dimostrate (e continuano a dimostrarsi) molto attente alle priorità di candidati e lavoratori, altre che sono ancora un po’ in ritardo ma che piano piano si stanno avviando lungo questa strada e, infine, altre ancora che fanno fatica a sviluppare piani di talent retention e di talent attraction, probabilmente a causa di un approccio manageriale ancora troppo poco aperto al cambiamento e all’innovazione. Per trattenere le persone, però, sarà fondamentale abbattere questa diffidenza nei confronti del nuovo e puntare tutto su flessibilità e well-being”.
Non solo smart-working, il futuro è lavorare meno e meglio. La vera risorsa, per tutti, è il tempo. Ed è proprio partendo da questo presupposto che molte aziende in Europa e ancora poche in Italia stanno sperimentando la settimana di quattro giorni, a parità di stipendio. Lavorare un giorno in meno migliora il work-life balance e garantisce più tempo libero da dedicare a sé stessi e questo ha un impatto molto positivo: migliora la percezione della propria azienda, aumenta la fiducia e i livelli di engagement e, allo stesso tempo, riduce stress, turnover e assenteismo.
“Per arginare la talent scarcity che riguarda potenzialmente ogni settore – conclude Massimo Mariani – occorre definire una precisa strategia per attrarre e trattenere i talenti che comprenda gli aspetti economici, la formazione e il welfare in senso ampio. Per farlo, occorre prima di tutto ascoltare i bisogni delle persone e identificare e risolvere tempestivamente eventuali problemi per mettere davvero al centro le persone e le loro necessità. Nel nostro lavoro ci confrontiamo quotidianamente, ad esempio, con realtà che sono ancorate a vecchi modelli organizzativi, fatti di poco (quasi inesistente) smartworking e di flessibilità nulla. Per loro diventa relativamente più difficile trovare e trattenere personale che, inevitabilmente, guarda altrove. Sensibilizzare sempre di più su questi temi è davvero importante perché da qui non torneremo indietro”.