di Andrea Bisciglia*
I dati dell’Agenzia per l’Italia Digitale (Agid) confermano l’importanza del fascicolo sanitario elettronico (FSE) che rappresenta un tassello fondamentale nella digitalizzazione del settore sanitario. Tuttavia, il suo impiego effettivo rimane limitato a causa di diversi ostacoli. Uno dei problemi principali è la persistenza delle tradizionali cartelle cliniche cartacee. Queste ultime, non essendo integrate nel sistema elettronico, rendono difficile avere una visione completa e aggiornata delle condizioni di salute di ogni assistito.
L’Osservatorio sanità digitale della fonfazione Aidr (https://bit.ly/3Rnx5a8) ha sempre sostenuto, in diverse occasioni pubbliche, che per rendere il FSE uno strumento realmente utile e funzionale è necessario ed urgente “dematerializzare” tutte le cartelle cliniche cartacee, trasferendone i dati nel fascicolo elettronico. Questo processo non solo garantirebbe una rappresentazione più accurata e puntuale dello stato di salute di ogni cittadino, ma faciliterebbe anche la condivisione di informazioni tra le diverse strutture sanitarie, migliorando l’interoperabilità a livello nazionale.
Inoltre, il pieno sviluppo del FSE contribuirebbe significativamente alla personalizzazione dei piani di cura, permettendo ai professionisti sanitari di accedere a una storia clinica completa e aggiornata per ogni paziente. Questo migliorerebbe la qualità delle cure e l’efficienza del sistema sanitario nel suo complesso, garantindo la massima protezione delle informazioni sensibili contenute nel fascicolo sanitario elettronico.
Pertanto, il nostro costante appello continuiamo a rivogerlo sia agli enti governativi e regionali, per accelerare il processo di digitalizzazione, sia ai manager del settore sanitario, per adottare e promuovere attivamente l’uso del FSE, superando la tradizionale resistenza al cambiamento nel settore.
* Cardiologo e responsabile Osservatorio sanità digitale AIDR (www.aidr.it)