“Storia di Arezzo dalle origini ai nostri giorni” è anche un testo scolastico, ma è soprattutto molto di più. In libreria da maggio 2016 pubblicata da Alter Libro troveremo tutta la storia di Arezzo, una delle capitali culturali europee, racchiusa in un libro di solo 120 pagine, sintetico ma completo, divulgativo ma esatto.
Ne abbiamo parlato con l’autore, Luca Tognaccini, docente di Italiano e Storia presso il prestigioso Liceo Artistico di Arezzo “Piero della Francesca”.
- Quali novità racchiude il suo libro sulla storia di Arezzo?
Il libro contiene ipotesi nuove sull’origine del nome Arezzo e su altri periodi storici, indicando anche la probabile ubicazione della necropoli etrusca mancante, sotto il colle del Pionta. L’aratore etrusco è probabilmente Romolo, secondo un furto del mito, non ignoto ai Romani ed altre interpretazioni originali e provate stanno dentro a questo libro, meglio di Dan Brown.
Mancava un’opera che raccogliesse in un volume unico la trimillenaria vicenda che dal condottiero etrusco Arnezo, a Mecenate, va su su fino a Fanfani ed a Licio Gelli, sino all’invenzione aretina della nuvola elettronica che sta cambiando il nostro modo di navigare sul web ed agli agriturismi nobiliari che rilanciano lo stile di vita toscano nel vasto mondo globalizzato.
Arezzo conferma così di essere una delle capitali della cultura italiana, anche divulgando il suo grande passato in modo nuovo, semplice ed accattivante.
- A maggio il libro sarà in libreria. Chi vuole ringraziare?
Un grazie ad ALTER LIBRO, che ha intrapreso senza fondi pubblici la stampa del volume.
- Chi c’è dietro ALTER LIBRO, cioè dietro al leone maschio che addenta un volume porgendolo al lettore come cibo forte per la mente?
Si tratta di Pierugo Chini, ARETINO DOC, adesso impegnato nella libreria-chiosco di libri nuovi ed usati, davanti alla stazione centrale di Arezzo ed al casotto Apt adesso chiuso. È grazie a lui se, da maggio, chi sbarcherà in città per lavoro o studio, potrà informarsi rapidamente e bene su quello che è successo ad Arezzo prima del suo arrivo.
Da Aretino Doc, il Chini ha voluto impaginare personalmente il libro e, da editor sapiente e competente quale lui è, lo ha voluto fornire di una copertina d’autore, un quadro di Zenone, alias Emilio Giunchi, suo amico e pittore famoso.
Anche le istituzioni aretine hanno compreso ed apprezzato lo sforzo artigianale di Pierugo Chini, il quale ha colmato una grave lacuna relativa alla divulgazione di tutta la storia locale in un volume unico destinato soprattutto a turisti e studenti e studiosi della grande provincia e stranieri, che sbarcano ad Arezzo dalla stazione.
- Ci parli della copertina del libro
Il quadro in copertina, intitolato “Arezzo, la mia città”, un acrilico su tavola di 60 per 90 centimetri di proprietà del Prof. Enzo Boschi di Bologna, rappresenta le belle chiese e torri antiche a volo d’uccello, con perizia tecnica notevole, una presenza confortante che è solo di per se stessa un segno di speranza contro la crisi. È opera di Zenone (alias Emilio Giunchi). Vi si ammira Arezzo antica, città ideale di convivenza buona anche per l’oggi, con la famiglia nucleare che fa il suo ingresso dalla prediletta Porta del Foro stilizzata, dove il nostro pittore ha lo studio in via Saffi 3, realizzando così la vista d’insieme della città più affascinante, con la facciata del Duomo che abbraccia la Piaggia sottostante, già presenza camaldolese intorno all’anno 1000, nella cripta sotterranea di Santa Maria in Gradi che ospita il Crocifisso ligneo che parlò a San Donato. Visione attraverso la prospettiva ingenua sfalsata in puro stile medievale, vista a volo d’uccello ed olistica della memoria vissuta, visione dal decumano ovest che dialoga e compete con la vista globale dal cardo sud di Piero della Francesca, da Porta Santo Spirito, quella dei Francescani della Cappella Bacci, con la città a prora di nave che solca sicura il mare dei secoli a venire. L’immagine di Arezzo in copertina del Maestro Zenone, che ringrazio di nuovo per il suo dono, è a me cara anche perché Porta San Lorentino e Piaggia di Murello sono tutte le mattine nei miei occhi quando dalla periferia di Indicatore porto mia figlia alla Scuola Aliotti e poi presto servizio in due scuole situate nel territorio di Porta del Foro. Il Convitto Nazionale Vittorio Emanuele II, già collegio secentesco dei Gesuiti; e l’Istituto tecnico commerciale Buonarroti col bellissimo chiostro rinascimentale della Badia delle Sante Flora e Lucilla.
- Perché ha deciso di scrivere il libro?
Questo libro, con la sua splendida copertina, vorrebbe essere un atto d’amore verso la mia città ed il mio quartiere di adozione.