Festeggia 15 anni di attività Calicantus, realtà veneta capofila in Italia nella gestione dell’ecommerce, che dal 2008 ha collezionato collaborazioni con importanti aziende come Flos, Elica, AS Roma, Pampers, Segafredo, Consorzio Parmigiano Reggiano, Selle Italia, per le quali cura gli aspetti più delicati come customer care, logistica, spedizioni, resi e amministrazione, in outsourcing.
Una realtà in forte espansione, che solo nel 2022 ha registrato un aumento del fatturato di oltre il 70%: per questo è stata inserita nella classifica Leader della Crescita 2023 dal Sole 24 Ore e Financial Times, tra le 500 aziende a più alto tasso di crescita in Italia e le 1000 in Europa; oltre ad essere riconosciuta come miglior agenzia partner per Italia e EMEA di BigCommerce, una delle più importanti tecnologie di ecommerce.
“Quando io e il mio socio Matteo Comin abbiamo dato vita a Calicantus, non ci aspettavamo di certo una crescita tanto esponenziale dell’ecommerce – sostiene Valentino Bergamo, CEO di Calicantus – per incontrare le necessità del mercato, abbiamo dovuto dotarci tempestivamente di nuove competenze e partner, offrendo alle aziende le tecnologie più all’avanguardia. Ne è un esempio la nostra infrastruttura OMS (Order Management System) che stiamo brevettando, capace di automatizzare le vendite online provenienti da tutti i touch point digitali e negozi fisici.”
Omnicanalità, fattore generazionale e non di meno, la pandemia sono state le variabili che hanno portato il mondo dell’ecommerce ad accelerare rapidamente il suo sviluppo: un’evoluzione che prosegue ancora oggi a doppia velocità.
La prima grande spinta al digitale si riallaccia al mondo della comunicazione. La popolazione, e in particolare i nativi digitali, hanno imparato a dialogare attraverso il web: questo ha fatto sì che l’uso del digitale sia ormai entrato nella vita delle persone in maniera costante, che trascorrono in media 6-7 ore al giorno collegate a dispositivi digitali.
Con il cambio generazionale inoltre, il mondo del web (con tutti i suoi canali di comunicazione) è divenuto per le aziende il principale veicolo per raggiungere l’utente, permettendo un contatto immediato con i suoi consumatori, ora più informati e vicini alle filosofie dei brand.
La pandemia ha portato infine ad un adattamento forzato al digitale, coinvolgendo anche le generazioni che non erano abituate a confrontarsi con l’ecosistema online per gli acquisti: mentre i Millennial e Gen Z avevano già capito le potenzialità dell’ecommerce in termini di risparmio di tempo, denaro e risorse, il resto della popolazione ha intrapreso nuovi percorsi d’acquisto, portando dal 2020 l’Italia in pari rispetto al resto d’Europa, dove l’uso dell’e-commerce era già consolidato da tempo.
La dimestichezza con il web è dunque divenuta tangibile, così come la progressiva fiducia nei confronti dei canali di vendita online. Recensioni, resi gratuiti, customer service, servizi di spedizione efficienti e l’aumento dei livelli di sicurezza per i pagamenti, con password, impronte digitali e dispositivi collegati hanno aumentato il percepito dei consumatori italiani.
Assistiamo infatti ad una rivoluzione del percorso d’acquisto del consumatore attraverso più canali di contatto con l’azienda: dal negozio fisico all’ecommerce, dai market place ai social. Il concetto stesso di ecommerce è addirittura superato e ormai si parla semplicemente di “Commerce”, per intendere un coinvolgimento del consumatore a livello omnicanale e garantire una corretta customer experience.
A livello di organizzazione aziendale abbiamo dunque assistito alla rivoluzione del reparto vendite, ora informatizzato e più produttivo perché il suo funzionamento richiede sempre meno manualità, diventando sempre più organizzato, automatizzato e digitale.
IL PASSATO
L’utilizzo dell’ecommerce in Italia comincia negli anni 2000, con la diffusione di internet. Nel primo decennio del nuovo millennio, le vendite online erano assai condizionate dagli altri canali di vendita (touch point). Si pensi che le aziende avevano la tendenza a nascondere i prodotti venduti tramite l’online, perché temevano che interferissero con la filiera (negozi, agenti) e il canale ecommerce veniva utilizzato principalmente per lo smaltimento di eccedenze/rimanenze o articoli che il mercato escludeva.
Con il tempo l’ecommerce è stato compreso anche dai più scettici ed oggi è lo strumento principale per veicolare il brand. Da una situazione di preoccupazione generale dove sembrava che l’e-commerce danneggiasse gli altri canali di vendita, siamo passati ora alla situazione opposta: il digitale è una competenza necessaria per trainare le vendite di tutti i touch point, inclusi quelli fisici.
I primi settori merceologici che hanno creduto nelle nuove tecnologie sono stati il turismo e il settore elettronico, rivolto ad un target più tecnologico, che cercava nell’e-commerce, la convenienza economica o prodotti difficili da reperire nelle vicinanze.
Dal 2010 le vendite online hanno coinvolto il mondo della moda, per poi attraversare il design e lo sportwear, fino ad arrivare al settore alimentare che ha dovuto attendere l’adeguamento dell’infrastruttura logistica, che si è attrezzata con spedizioni più efficienti nei tempi e nei costi.
IL FUTURO
Nell’evoluzione che ancora ci aspetta, Calicantus intravede la necessità di dotarsi di nuove competenze.
Si punterà sempre più sulla conoscenza di strumenti tecnologicamente più avanzati, con capacità interdisciplinari utili a ragionare fuori dagli schemi: l’intelligenza artificiale supporterà la competenza umana nel cercare nuove soluzioni in un mondo dal time to market sempre più veloce e che richiede l’aumento della produttività.
Le nuove competenze si proietteranno principalmente sull’analisi dei dati, ambito in cui l’e-commerce primeggia per tutto il capitale di informazioni acquisite, tra l’altro materia rilevante anche per il legislatore per quanto riguarda la privacy, .
Ricerca e sviluppo, formazione costante, potenziamento delle tecnologie anche con l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale, sono le chiavi di volta per Calicantus, proiettata ad espandersi in altri mercati, soprattutto esteri, con nuove basi nel mondo. L’ampliamento anche della logistica garantirà inoltre all’azienda time to market più brevi e alti livelli di servizio.