Giuseppe Fiore è nato a San Mauro Castelverde nel 1950 da Giuseppa Gallà e Mauro Fiore. La mancanza di lavoro spinse la famiglia ad emigrare in Argentina con la speranza di avere un futuro migliore. Si stabilirono a Quilmes dove riuscirono a mettere solide radici. Anche Vincenzo appena possibile si mise a lavorare come operaio nella fabbrica della Peugeot. Ben presto divenne attivista sindacale militando anche nel partito socialista dei lavoratori (PST).
Venne prelevato dalla propria casa a Quilmes il 23 settembre del 1977 da un gruppo di persone delle forze armate e della polizia argentina. Da quel momento di Vincenzo non si ebbero più tracce. La sorella Lilian, allora poco più che bambina, non ha potuto dare neanche un bacio al fratello mentre lo portavano via. La signora Giuseppina, madre di Vincenzo, fece di tutto per ritrovare il figlio. Aderì al movimento delle Madres de Plaza de Mayo con la speranza di sapere quale sorte toccò al proprio figlio. Ancora oggi non c’è una tomba su cui piangere. Di Vincenzo Fiore è rimasta solo la sua storia che oggi il Comune di San Mauro ha voluto rendere ancor più visibile.
“Vincenzo Fiore è un figlio del nostro paese che è andato in Argentina, assieme alla sua famiglia, in cerca di un futuro migliore che purtroppo per lui non c’è stato. La sua figura e la sua storia – dichiara il sindaco Giuseppe Minutilla - a San Mauro e conosciuta ma necessita fissarla bene ed è per questo che abbiamo pensato di dedicargli una targa al fine di incuriosire e stimolare anche il passante a scoprire la storia di questo nostro concittadino morto per le sue idee socialiste”.
Alla cerimonia di svelatura della targa era anche presente Mario Fruscello, portavoce dell’Associazione delle Madri di Plaza de Majo in Italia, che ha successivamente inviato un messaggio alla comunità di San Mauro per complimentarsi dell'iniziativa con una poesia. “Nei pochi giorni - scrive Fruscello - ho incontrato persone eccezionali, come (in stretto ordine alfabetico) Alfio, Fabrizio, Giovanna, Giuseppe, Maria Concetta, Maria Grazia, Jessica, Vladimir e naturalmente lui, il Sindaco della “buona politica”, colui che comprende come e quanto sia importante per un piccolo paese falcidiato dall’emigrazione rivolgersi alla coltura della memoria e, udite! udite!, alla Poesia. Quindi ecco: Festival di Poesia Paolo Prestigiacomo, laboratori di poesia per bambini. “Chapeau” a Lei, Dr. Minutilla e alla sua buona politica”.