I più recenti risultati del Global Consumer Awareness Study commissionato da International Coaching Federation (ICF) e condotto da PricewaterhouseCoopers (PwC) dicono che i clienti sono maggiormente soddisfatti dell’esperienza di Coaching quando lavorano con un Coach con credenziale. Dalla stessa ricerca risulta che l’85% dei clienti che hanno avuto almeno un’esperienza di Coaching ha dichiarato che è importante o molto importante che il Coach abbia una credenziale. Ne parliamo con Paola Serri, Responsabile Relazioni Istituzionali e Stakeholder ICF ITALIA, area che si relaziona con le scuole di coaching.
Paola, per iniziare ci puoi spiegare cosa è una credenziale ICF in Italia e nel mondo?
Una credenziale ICF è la validazione della professionalità di un coach sotto diversi punti di vista: indica che il coach ha soddisfatto gli standard e i requisiti che ICF da oltre un quarto di secolo ha affermato in tutto il mondo, significa che ha svolto un percorso formativo qualificato e lungo, che ha ricevuto del mentoring da colleghi esperti, che ha effettuato un “tirocinio” ovvero che ha alle spalle centinaia di ore di coaching con clienti e, infine, che ha superato un rigoroso esame per verificare le competenze acquisite nel percorso.
È importante anche sottolineare come gli standard professionali, l’approccio e le competenze richieste siano le stesse agite a livello internazionale. Le credenziali che le attestano mettono il coach nella posizione di poter operare come i coach di altri 150 paesi portando valore e professionalità, superando le specificità locali. E infatti è ICF Global a rilasciare questo attestato.
Sono previsti diversi percorsi e altrettanti livelli per accedere alle credenziali e cosa serve per richiederle?
Sono previsti diversi livelli che accompagnano il coach durante la vita professionale e che, ancora una volta, sottolineano la costante attenzione alla crescita. I livelli sono 3: ACC (Accredited Certified Coach), PCC (Professional Certified Coach) e MCC (Master Certified Coach). Le diverse credenziali si ottengono frequentando livelli crescenti di formazione, in funzione della quantità di esperienza sul “campo” e delle competenze acquisite.
In nome di una formazione continua e aggiornata, le credenziali sono soggette a una scadenza?
Le credenziali una volta ottenute vanno mantenute con una formazione continua. Mantenere le credenziali significa mostrare a clienti e colleghi che c’è impegno e dedizione, che ci si prende cura della propria professionalità.
E per una scuola di Coaching è possibile ottenere il riconoscimento per sé e i suoi corsi?
Sì, certo! Come abbiamo detto è compito di ICF garantire standard elevati nella professione di coaching iniziando dai nostri partner accreditati secondo il principio per cui migliori sono le offerte di formazione, migliori saranno i coach.
Pertanto, alle organizzazioni che vogliono far accreditare i propri corsi, è richiesta evidenza di cosa e come insegneranno le competenze di coaching, del proprio metodo e approccio. Inoltre, sono tenute ad attenersi a modalità anche contrattuali, in linea con il codice etico di ICF e ancora una volta con standard definiti. Chi si rivolge ad una scuola accreditata (qui sul sito l’elenco https://www.coachingfederation.it/programmi-di-corsi-in-italia-riconosciuti-da-icf/) fa il primo passo nella giusta direzione.
Tra i vari benefici, abbiamo ben compreso che quanto ci hai spiegato finora rafforza la visibilità e l’integrità della professione di Coaching a livello nazionale e internazionale. Ci potresti raccontare qual è il contributo di ICF per supervisionare la qualità dell'offerta formativa?
L’associazione che opera a livello globale, come abbiamo detto, tiene al rispetto degli standard ed è rigorosa verso le scuole come lo è verso i coach. A valle del primo accreditamento vi è un continuo processo di interazione con i responsabili dei corsi per avere evidenze dei risultati, vi sono richieste di aggiornamento dei programmi, verifiche di strumenti e metodi. Il confronto è con tutto l’ecosistema di ICF sia a livello locale che internazionale.
In conformità con la definizione ICF di Coaching, non bastano comprovate competenze ma è conditio sine qua non operare nel pieno rispetto del Codice Etico. Per concludere, come garantire che entrambi gli aspetti vadano di pari passo?
Un altro aspetto qualificante della professione del coaching secondo ICF è l’avere come riferimento il codice etico per svolgere l’attività professionale. Disporre di una linea guida che aiuti nei momenti chiave ed anche nella relazione con il cliente. Un modello che garantisce il cliente ma anche il coach affinché tutto si svolga in trasparenza e libero accordo. L’associazione è ovviamente a disposizione degli associati per assisterli anche su questo aspetto: abbiamo nel chapter italiano un comitato etico che si occupa di formare e informare gli associati e/o rispondere a possibili dubbi.
Esiste poi il fondamentale momento del mentoring e della supervisione, a cui i coach professionisti ricorrono durante tutta la vita professionale con costanza. In quell’ambito emergono temi che possono attenere come supportiamo i clienti a 360 gradi. Lo scambio continuo che l’ambito associativo consente è, anche sull’aspetto competenza ed etica, un valore prezioso per chi vuole praticare questa splendida professione con il più alto valore.