Gavio torna con il singolo Bene, una storia a metà tra realtà e immaginazione, tra ricordi e dubbi, tra adrenalina e sensi di colpa e lo fa con un vestito leggero come una brezza estiva, inaugurato con il precedente brano In tasca, e che segna una svolta intimista del progetto artistico del cantautore campano.
L'arrangiamento è studiato per accompagnare l'evolversi di questo confronto mai avvenuto, con la frenesia della prima strofa che lascia progressivamente spazio alla distensione sonora prima del secondo ritornello dove gli archi trasmettono la sensazione di un allontanamento, reso anche tramite la ripetizione finale del titolo, amplificato dalla presenza di cori e claps.
Bene si apre con lo straniamento del protagonista che non riesce a credere di trovarsi di fronte a un addio e a un portone che non si vuole aprire, con i pensieri che prendono il sopravvento e l'istinto di sfogarsi con il primo che capita, raccontando a uno sconosciuto lo sconforto della situazione. Adesso i treni da prendere, gli abbracci e i saluti in stazione, gli incontri in due grandi città che erano solo cornice di un forte sentimento, acquistano il retrogusto malinconico del passato e che, attraverso questa canzone, vogliono assumere il senso di una cicatrice indelebile da maneggiare con cura.
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Prende il suo nome d'arte da un valoroso condottiere sannita, non riesce a separarsi dalla sua chitarra, scrive canzoni sottovoce per non disturbare i condomini, ha vinto il principale concorso per cantautori a livello nazionale, Musicultura, durante la settimana degli scritti della maturità, racconta di storie semplici, di vita vissuta e di sentimenti autentici che hanno la pretesa di essere condivisi da chi ha un'anima sensibile come la sua, ha scelto di intraprendere la tortuosa strada dell'acustico per avvicinarsi quanto più possibile alla dimensione sonora dei suoi live. Tutto questo e (forse) molto di più è Gianfrancesco Cataldo, meglio conosciuto come Gavio, ma solo per gli amici.