Andrea Fiore - “Sulle trecce dell’assassino (semi-serial thriller)”
Andrea Fiore presenta un esilarante romanzo giallo da lui stesso definito “semi-serial thriller”: l’autore, infatti, è solito scrivere storie demenziali e grottesche in cui vi sono dei brillanti giochi di parole. In questa vicenda seguiamo le indagini dell’ispettore Peter Haddock e del suo assistente Dan Parrish, impegnati a risolvere un omicidio a sfondo tricologico.
Casa Editrice: PandiLettere Edizioni
Collana: Zafferano
Genere: Giallo umoristico
Pagine: 261
Prezzo: 16,50 €
«Il sabato pomeriggio Haddock & Parrish lo trascorrevano al cinema, da quando l’ispettore tempo addietro, per una mera svista, aveva acquistato due abbonamenti decennali a Traumi dell’anima, un cineforum di cinquecentoventi noiosissimi film spaccamaroni, stile Anima letale o Il Collezionista di Ossian. Sulla locandina c’era scritto chiaro e tondo cinema d’essai, ma il pingue poliziotto, forse tradito dalla fame, aveva letto dessert»
“Sulle trecce dell’assassino (semi-serial thriller)” di Andrea Fiore è un giallo umoristico-grottesco accompagnato dalle divertenti illustrazioni di Fabiana Castellani, presenti a ogni apertura di capitolo. L’autore propone un romanzo ironico, dissacrante e dal buon ritmo, in cui sono incastonati come perle preziose degli ingegnosi giochi di parole, come si può evincere già dal titolo dell’opera. La storia raccontata è ad alto tasso di nonsense ma ciò non significa che abbia poco valore, anzi: Andrea Fiore è molto abile nel caratterizzare i suoi personaggi, che risultano vibranti di vita; la trama, inoltre, benché consapevolmente illogica in molti punti, nella sua orizzontalità porta avanti il mistero di un omicidio ai danni di un uomo dalle lucenti trecce presentando indizi coerenti, mostrando le interessanti indagini degli incaricati al caso - l’ispettore Peter Haddock e il suo assistente Dan Parrish - e arrivando a un epilogo che, seppur surreale, ha un suo senso e ragione d’essere, come in ogni romanzo giallo che si rispetti.
Andrea Fiore strappa al lettore delle sonore risate mentre racconta di un assurdo e complesso omicidio, in cui l’assassino «non ha lasciato trecce sulla scena del crine»; tutto avviene da Giuseppy’s, il più famoso e frequentato salone d’acconciature della città di Gravetown: un uomo dall’aspetto distinto chiede al proprietario di tagliare le sue lunghe trecce nere ma mentre il barbiere sta iniziando la sua opera la luce va via per qualche secondo. Nella totale oscurità accade un evento delittuoso, e al riaccendersi della luce l’uomo delle trecce viene trovato morto nello sgabuzzino delle scope, strozzato da una extension; è ora completamente calvo e le sue belle trecce sono scomparse. Chi sarà stato a compiere tale scempio? Peter Haddock e Dan Parrish - di ritorno da una fallimentare esercitazione in cui si sarebbero dovuti recare a Pechino per sventare un attacco nucleare e invece, per un errore di calcolo, si sono ritrovati a Pachino, in Sicilia, in mezzo a un campo di pomodori - sono incaricati di interrogare i clienti del salone d’acconciature, i quali sembrano avere tutti qualcosa da nascondere; purtroppo, però, i due buontemponi si ritrovano in una vera e propria gabbia di matti.
Tra situazioni paradossali e giochi di parole tricologici, tra buffi approcci amorosi e password scritte in posti discutibili, si dipana una storia che avvince dalla prima all’ultima pagina, con un finale soddisfacente in cui tutti i nodi verranno al pettine!
SINOSSI DELL’OPERA. La storia prende le mosse da un inquietante omicidio commesso da Giuseppy’s, il più rinomato salone d’acconciature uomo donna bambino di Gravetown. L’uomo con le fitte trecce, che si è appena seduto a turno, viene soffocato con una extension durante un brevissimo black-out e ritrovato completamente rasato quando torna la luce nello sgabuzzino delle scope, avvinghiato al garzone del salone. L’assassino non ha lasciato trecce! Vengono incaricati delle indagini Peter Haddock, pingue e rozzo ispettore del quarantatreesimo distretto di polizia e il suo assistente Dan Parrish. Tra scarsissimi indizi, un tragico errore virtuale di città e tantissimi personaggi grotteschi, ciascuno dei quali ben avrebbe potuto commettere l’omicidio, i due si muoveranno faticosamente, in compagnia di una bellissima agente in affiancamento, verso l’insospettabile verità.
BIOGRAFIA DELL’AUTORE. Andrea Fiore (Catania, 1963) scrive gialli di stampo grottesco demenziale, aforismi e divertenti storielle presenti in numerose collane di racconti. Il tutto, stressando la lingua italiana con spericolati giochi di parole. Coltiva anche la passione per i format radiofonici e televisivi, conducendo programmi d’attualità e intrattenimento. Nel 2009 ha vinto il premio nazionale Giri di parole con il racconto “Lo stretto indispensabile”. Sempre nel 2009 ha pubblicato il suo primo semi-serial thriller, “Morte, ricotta e Mascarpone”, e nel 2011 “L’elettricista suona sempre 220 volt”, con cui ha vinto il Premio Letterario Akadèmon. Nel 2013 il suo racconto “Assassinio in corso d’opera” è stato inserito nella raccolta nazionale di racconti brevi I colori dell’estate - Giallo. Infine, nel 2019 ha pubblicato la raccolta di racconti estemporanei “Scrivere mi diverte, leggermi un po’ meno”.
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