Sposare una donna per interesse e preoccuparsi che la risoluzione dei suoi problemi economici possa precludergli la possibilità di essere felice con la donna dei suoi sogni, che ancora non conosce, ma che potrebbe incontrare. “La Sposa Ideale” è un romanzo breve, scevro da riferimenti autobiografici e senza pretese di profonda introspezione. E’ la sesta opera di Nino Mucedda, autore di origine sarde ma che vive da ormai tanti anni a Roma, pubblicata nella collana “Gli Emersi della Narrativa” dell’Aletti editore. Vi si narra una storia che è sì di fantasia, ma che ha tutti i caratteri della verosimiglianza; il lettore deve leggere la storia e pensare che è sempre credibile che possa effettivamente verificarsi, in quei modi, nella realtà. L'ingegner Branduardi, in cambio dell'estinzione dei suoi debiti, accoglie la proposta di un sensale di sposare una donna che ancora non conosce e con la quale non dovrà consumare l’unione: diventerà un supplizio di Tantalo, quando scoprirà che con questa decisione insensata sembra essersi precluso ogni possibilità di essere felice con la sua sposa ideale. Ma che vuol dire “ideale”? E’ la donna con cui il protagonista sogna di legarsi, di trascorrere la sua vita e con cui fantastica di generare la sua progenie.
Un racconto in cui i pensieri e i ragionamenti devono rientrare nei limiti di quanto una persona normale che viva al giorno d’oggi penserebbe, immaginerebbe o farebbe. E anche la trama suggerisce questa adesione alla realtà. Proprio come avviene nella vita di ciascuno, l’amore riveste un ruolo centrale. Il filo conduttore di tutta la storia è, infatti, l’attrazione amorosa, che si sviluppa nel protagonista fin dalle prime pagine, verso una donna e, solo successivamente, in lei che è distratta dall’amore verso un altro personaggio. Si parla anche di altre pulsioni, come l’avidità, la gelosia, l’invidia o la diffidenza, ma sicuramente la passione amorosa e, parallelamente la sessualità, sono tra quelle dominanti.
«Nello scrivere i miei romanzi e i miei racconti - spiega l’autore, militare in pensione che, al termine della sua attività lavorativa, ha scoperto il suo interesse per la narrativa e frequentato una scuola di scrittura creativa - ho sempre dato la precedenza alla linearità: la narrazione si svolge cronologicamente e in modo consequenziale. Non mi avvalgo mai di flashback che, pur essendo degli strumenti stilisticamente poderosi, spesso lasciano il lettore interdetto. Ricorro poco alle descrizioni di ambiente che talvolta annoiano il lettore e le sostituisco con brevi pennellate disseminate qua e là lungo la narrazione di un’azione. I dialoghi sono invece frequenti perché, a mio parere, il lettore riesce ad apprezzare, battuta dopo battuta, come la scena evolva e cambi. Cerco di utilizzare un linguaggio semplice, privo di termini dotti o poco usati e immediatamente comprensibile; a tale scopo mi avvalgo di tutta la punteggiatura necessaria e disponibile, con buona pace di Joyce e della signora Woolf». Questo per arrivare in maniera immediata e diretta al lettore. «Vorrei che provasse piacere a leggere i miei racconti e magari si immedesimasse nei miei personaggi, senza per questo dover diventare un mago o un supereroe. Se il lettore troverà nei miei libri qualche storia che gli ricorderà un fatterello accaduto o, ancor meglio, un’esperienza personale, mi riterrò soddisfatto. Non credo di essere in grado di comunicare grandi/unici messaggi al mio sconosciuto lettore - conclude lo scrittore Mucedda - ma i piccoli/grandi valori e sentimenti della vita quotidiana che noi tutti abbiamo provato e sempre proviamo nel corso della nostra esistenza: l’amore, la tristezza, l’affetto, il dolore, la speranza, l’allegria». Il romanzo “La Sposa Ideale” sarà presentato sabato 25 marzo, presso la Libreria Eli (viale Somalia 50A) di Roma.
Federica Grisolia