E’ una lode
all’amore “Frammenti di cielo”, la raccolta di quarantadue liriche scritta
da Serafina Impoco, Nuccia per tutti, pubblicata nella collana “I Diamanti
della Poesia” dell’Aletti editore. L’amore universale che funge da
catalizzatore in ogni situazione. L’amore non inteso esclusivamente come
sentimento rivolto a chi ci accompagna nel nostro quotidiano vivere, ma anche
per la natura, per Dio, per la vita, per qualsiasi situazione ci coinvolga
emotivamente. L’amore che impieghiamo nel perseguire sogni e obiettivi, a volte
anche impossibili. «Non
ho mai avuto dubbi sul fatto che il mio primo libro - racconta l’autrice,
appassionata di scrittura, fotografia e giardinaggio, che vive a Vittoria (in
provincia di Ragusa) - avrebbe avuto come riferimento il cielo, che da sempre
rappresenta per me quanto di più misterioso ed affascinante ci sia stato donato
insieme al mare. Il cielo… punto dove risiede il mistero della mia fede. Il
posto verso cui volgere lo sguardo per trovare quel punto di contatto con i
nostri cari ormai lontani. Frammenti di cielo, quindi, d’infinito, di
eternità, dovrebbero risiedere dentro ciascuno di noi per
non perdere mai di vista la bellezza di quanto ci circonda, spesso, dato per scontato, e di
quanto possa essere preziosa la vita anche in quei momenti in cui tutto perde
senso e valore. Il cielo e il mare come terapia d’amore».
Il libro parla
di sogni, di viaggi immaginari, di fede. Parla del miracolo della vita, di
speranze, disillusioni; delle meraviglie del Creato in tutte le sue
sfaccettature. Parla di Nuccia, della sua forza, della sua estasi dinanzi alla
contemplazione del cielo e del mare, continua fonte d’ispirazione con cui ha
instaurato un profondo legame a Scoglitti, nella sua residenza estiva. In tutti
i versi il fil rouge è l’amore, fulcro vitale per ogni essere umano, in
cui la realtà incide molto nella scrittura. «Tutto ciò che fugge al nostro controllo - afferma la
poetessa - che ci delude, sorprende, annichilisce è quello che alla fine ci
permette di metterci in discussione, di affrontare prove impensabili, di
evolverci, di trovare nuovi sogni da abitare». L’autrice, divisa tra la passione per la
letteratura e per la ricerca, intraprende gli studi chimici, che prima o poi -
come lei stessa afferma con un sorriso - tornano a galla. Da qui, ad esempio,
la poesia “Rifrazioni”. «Come
un prisma che immagazzina la luce per poi rifrangerla definendone colori e
sfumature, così immagino sia la poesia. Un riflesso di ciò che sedimenta
tra anima e cuore; una sorta di contenitore in cui sentimenti, situazioni,
emozioni vengono immagazzinate, filtrate e riflesse per trovare poi la giusta
luce che verrà impressa su un foglio bianco per tradursi in emozione».
«Serafina Impoco -
scrive, nella Prefazione, il maestro Giuseppe Aletti, poeta, critico
letterario, formatore, titolare della omonima casa editrice - con la silloge
Frammenti di cielo tenta di unire il corporeo vivere di chi ha ancora il
privilegio del respiro con la dimensione altra del sogno, dell’intangibile,
che diventa reale con i nostri slanci emotivi e passionali, al ricordo delle
persone care che portiamo con noi con la nostalgia. La sua poetica è lineare,
si dirige verso una penetrazione immediata dei versi, senza sovrastrutture
conoscitive o ricercate».
Ma per l’autrice è difficile parlare di
elementi stilistici ben precisi; sì, forse, uno stile tra romantico e
realistico, ma complicato da collocare. Perché - spiega - «ho sempre visto la
poesia come qualcosa che scaturisce dal cuore, un sussurro dell’anima, quindi
imprigionarla in un mio stile diventa quasi riduttivo o, meglio, presuntuoso da
parte mia». Ciò
che, invece, non risulta difficile è il messaggio che vuole trasmettere al
lettore. «Non smettere
mai di sognare perché i sogni a volte costruiscono, riparano e, a volte, inaspettatamente
s’avverano. Un incoraggiamento a disfarsi delle proprie maschere, a non
vergognarsi delle proprie emozioni e debolezze, a farne un punto di forza.
L’augurio di trovare dentro di sé quella scintilla che sia fede o altro, che è
poi quella luce che funge da faro e da bussola quando perdi le coordinate».
Federica
Grisolia