ROMA 25 FEBB 2023 - «Quanto guadagna un infermiere negli Usa? Facciamo questa volta un lungo viaggio, Oltre Oceano, supportato dagli autorevoli dati ufficiali del Bureau of Labor Statistics degli Stati Uniti, per raccontarvi di retribuzioni che, rispetto all’Italia, evidenziano un gap che appare decisamente incolmabile. Eppure, gli infermieri americani, così come quelli del Regno Unito, da tempo sono sul piede di guerra, pretendono orari più flessibili, turni meno massacranti e, udite udite, anche una revisione delle retribuzioni.
Hanno affrontato, in fondo, anche loro, esordisce Antonio De Palma, Presidente del Nursing Up, l’incubo della pandemia, al pari di tanti colleghi europei. Hanno rischiato la vita, si sono ammalati più di ogni altra categoria di professionisti sanitari, molti di loro ci hanno rimesso la vita.
Durante la pandemia, negli Usa, ospedali, studi privati, cliniche private, hanno avuto difficoltà a trovare le risorse di cui avevano bisogno, e non parliamo solo dei dispositivi di protezione individuale, ma di personale, di uomini e donne. La domanda di infermieri e altri operatori sanitari è salita alle stelle durante l’emergenza sanitaria negli Usa, proprio per coprire il rinnovato fabbisogno di interventi, il che ha portato a una maggiore necessità di appoggiarsi agli infermieri liberi professionisti. Una domanda senza precedenti che ha contribuito a far crescere in modo esponenziale gli stipendi dei professionisti autonomi.
A dicembre 2020, lo dicono sempre i report ufficiali, gli stipendi degli infermieri autonomi avevano raggiunto l’incredibile cifra di quasi 3.500 dollari a settimana, ma il picco è arrivato davvero un anno dopo, quando la cifra è balzata a quasi 4.000 dollari a settimana, secondo le cifre fornite dalla piattaforma di reclutamento sanitario Vivian Health. Tra gennaio 2020 e dicembre 2021, la retribuzione media degli infermieri autonomi è aumentata di oltre il 99%. A partire da dicembre 2022, nonostante comunque rimanga forte la richiesta di personale, gli stipendi degli infermieri autonomi hanno iniziato, naturalmente, a stabilizzarsi, a circa 3.100 dollari settimana, mantenendo, è evidente, sempre un livello di retribuzione molto alto.
Non se la passano male, certo, gli infermieri assunti dagli ospedali, quelli registrati agli ordini di categoria, che invece, sempre negli Usa, oggi guadagnano in media 77.600 dollari annui lordi, ovvero circa 73mila euro annui, ovvero il corrispettivo di quasi 38 dollari l’ora, a fronte però di un ritmo di lavoro ad oggi giudicato molto alto.
I registered nurse (RN) sono infermieri registrati che hanno conseguito una laurea e hanno superato con successo l'NCLEX-RN. NCLEX (acronimo di National Council Licensing Examination), è un test per determinare se il candidato possiede il livello minimo di conoscenze necessarie per eseguire un'assistenza infermieristica entry-level sicura ed efficace. Siamo di fronte all’equivalente dell'infermiere italiano .
Non è ovviamente tutto oro quello che luccica, continua De Palma.
Innanzitutto parliamo di retribuzioni lorde: ricordiamo che negli Usa la tassazione prevede una detrazione del 25%, a cui, poi, devono essere tolti i contributi da versare per il regime pensionistico, l'assicurazione sanitaria e, ovviamente, i soldi per far studiare i figli.
La media di orario lavorativo per un registered nurse è di 190-200 ore al mese: insomma il tempo da dedicare alla famiglia è davvero poco e una famiglia con figli piccoli e due genitori con occupazione, si trova ad avere delle spese extra per nidi privati o servizi di baby sitter.
Tutto vero, in nessuna parte del mondo la vita dell’infermiere è semplice e il più delle volte, lo sappiamo bene, gli affetti familiari finiscono all’ultimo posto. Ma potremmo ipotizzare, in modo assolutamente attendibile che, al netto delle tasse e delle spese, un infermiere statunitense, con incarico base, non guadagna assolutamente meno di 50mila dollari annui, ovvero circa 47mila euro, ovvero quasi 4mila euro netti mensili (3900 euro), tolte tutte le spese, ma senza considerare premialità e straordinari ed eventuali percorsi di specializzazione. Naturalmente il costo della vita varia di molto, se un infermiere vive in un paesino di provincia o a Miami.
Ben diverso il discorso degli infermieri autonomi, che possono arrivare a cifre che superano i 100mila dollari annui, con i quali devono pagarsi le tasse, i contributi, l’assicurazione sanitaria, e molto spesso anche costose spese di viaggio, in un Paese dove la distanza da città a città è abissale. La cifra rimane comunque molto elevata.
La realtà resta inconfutabile, ed è per questo che guardiamo in modo obiettivo a ciò che accade ai nostri colleghi stranieri. Il gap è molto evidente.
Gi infermieri italiani, lo dice l’Ocse, rimangono i meno pagati tra quelli degli Stati maggiormente industrializzati in Europa e in tutto il mondo occidentale con una media di 39mila dollari annui lordi. E , questi report, ci indicano chiaramente che non possiamo certo gioire», conclude De Palma.