Ma perché un libro che parli proprio di quella malattia, la peggiore, quella che fa tremare le gambe e fa barcollare il respiro a migliaia di persone ogni anno? Perché sia collocata in una cornice accettabile e naturale: come parte integrante della vita, come suggerisce il sottotitolo la malattia come la vita non avviene senza una ragione. Nel libro è scritto: “In fondo la malattia è l’altra faccia della salute, bisognerebbe pensarla con la forza salda e fredda della logica, spogliandola dai significati ridondanti e metaforici con cui da sempre tendiamo a ricoprirla, ottenendo peraltro solo di ingigantire la sua reale consistenza. Semplicemente andrebbe considerata per quello che effettivamente è, ossia, uno stato di non salute, appartenente al ciclo naturale dell’esistenza, da contrastare e tentare di ripristinare alla sua funzione originaria con tutte le forze lecite, senza sovraccaricarla da timori irrisolvibili o da false assegnazioni di colpe e di responsabilità.”
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