“Progettiamo e realizziamo case dando loro un’anima”: questa la sintesi che sta alla base della filosofia lavorativa di Sergio Rocca, imprenditore e progettista creativo, alla guida del brand di architettura “37100”, caratterizzato da una mission precisa, come spiega: «Difendere strenuamente l’artigianato italiano di eccellenza».
E per far ciò, a chi si rivolge a lui, egli propone di lasciarsi accompagnare in un viaggio arricchito da incontri e rapporti umani, trasformando la realizzazione della propria casa in un’avventura di vita.
«Quello che faccio veramente è chiedere ai miei clienti di fare una scelta di cultura nell’affidare una commessa a “37100”; essi così sceglieranno di condividere una concezione del lavoro ben precisa, col valore aggiunto di supportare piccole imprese – oggi quasi in estinzione – che portano avanti il mestiere come una vocazione».
Una vera e propria scommessa, ma anche un invito a tradurre un progetto in un’esperienza: «Alle persone che ci cercano nel desiderio di idearee costruire la loro casa, spiego che “37100”vende principalmente uomini e passione!Per questo motivo, prima di iniziare un progetto, li accompagno a conoscere personalmente gran parte degli artigiani che si occuperanno della realizzazione.Visitiamo insieme laboratori, abitazioni e cantieri,al fine di conoscere persone e famiglie,chi, con il lavoro, difende concretamente il propriofuturo e quello del territorio in cui vive. Voglioche conoscano la fatica e la passione chesi cela dietro il lavoro artigianale, ma principalmente,faccio in modo che nel proseguo delnostro rapporto, abbiano sempre davanti agliocchi immagini di persone e non di contratti.Autentici viaggi esperienziali in ambienti urbanie alpini, mirati a proporre un’architetturaetica, dove l’eleganza viene ritagliata “su misura”».
Sergio Rocca e 37100: un impegno per tutelare l'arte e l'artigianato locale
«Lo definisco, scherzando, monacale, ma i vuoti ben studiati mi emozionano. Ma il vero progettista è quello che mette davanti a tutto la soddisfazione del committente, propongo quindi sempre l’architettura in cui credo, ma interpretando i desideri profondi di cui ho davanti».
Incontriamo Sergio – per cui le “terre alte” non sono solo scenario professionale, ma anche luogo dell’anima, in quanto scalatore estremo - nel suo habitat, vicino a Madonna di Campiglio, sulle Dolomiti di Brenta, dove ha stabilito la roccaforte delle sue attività, specializzandosi in ristrutturazioni e costruzioni di case di montagna. Quale è l’influenza di paesaggi di tale imponente bellezza?«Progettare in contesti del genere fa sentire privilegiati nel poter lasciare un segno. Ora, ad esempio, sto lavorando a uno chalet moderno di fronte alla famosa “Bocca di Brenta”, in cui sarà coniugata modernità e tradizione: taglieremo un bel traguardo, malgrado tanti vincoli».
È davvero possibile fare architettura mettendo al primo posto artigianato e cultura?
Passando dalla natura all’artificio, riviste e pubblicazioni
del settore illustrano spesso case che appaiono più simili a set fotografici che
a spazi abitativi, in un’esasperata ricerca estetica, che toglie quell’aspetto
di vita che invece fa parte di ogni ambiente vissuto nel quotidiano.
Le grandi archistar contemporanee hanno forse dettato un senso unico?
Appassionato d’arte, Rocca vive la ricerca di
oggetti come un salvataggio conservativo: «Quando presento un mobile
antico di cui vorrei fosse preso in considerazione l’acquisto, non parlo
di denaro e non ho bisogno di spiegare che si tratta di un vero
investimento quando si porta in casa un mobile del 1600, ma
principalmente, chiedo di diventarne custodi, come hanno fatto altre
persone nei secoli».
«Per fare una casa speciale serve solo un progetto ben studiato sulla disposizione degli spazi e due scelte principali: le pavimentazioni e la scelta di finitura dei muri. L’involucro per me è tutto! A volte, per spiegare questo concetto, dico ai clienti che un salone definito in muri e pavimentazioni può diventare unico solamente inserendo nella zona living pochi arredi e un paio di opere d’arte calibrate, che delineano il carattere di chi vive quello spazio: appunto l’anima! Si può anche adoperare la parola lusso, se la si declina assimilandola alla parola eleganza. Possiamo quindi fare case lussuose in ogni momento, anche usando un’economia limitata, ma facendo scelte che si distinguano. Un progettista veramente creativo appare proprio in casi come questo, quando con semplici gesti riesce a rendere importante uno spazio».
Esterni, interni, creazioni: quali i tuoi riferimenti?
«Il museo del Louvre ad Abhu Dabi, e alcune opere di Zaha Hadid sono da annoverare tra le nuove bellezze del mondo, ma anche il restauro del Borgo di Cucinelli o di Santo Stefano di Sassanio sono due capolavori. Se invece parliamo di interiors, le fotografie in ambrotipia di Kurt Moser – Lightcatcher - sono l’esempio della capacità dell’uomo di tornare ad imparare. E la linea di Armani non smette mai di darmi ispirazioni. Se invece dovessi segnalare il nome di un giovane architetto contemporaneo, cito senza ombra di dubbio Pavol Mikolajcak, un esempio di genialità al sostegno delle tradizioni. Non mancano certo altre opere architettoniche eccellenti, ma in Italia abbiamo smarrito la mission che da sempre stava dietro lo sviluppo dell’edilizia di qualità e dell’architettura: sostenere un comparto nazionale che ci invidiavano tutti per creatività e capacità realizzativa. Eravamo i primi del mondo e i nostri artigiani erano tutti maestri d’arte, ma li abbiamo lasciati soli in un mercato globale che li ha strangolati velocemente. Le scuole di formazione artigianale sono state dimenticate, e tutte le piccole imprese, che da sempre costituivano l’asse portante del sistema artigianale hanno cominciato a ridurre il personale per riuscire a reggere l’assenza di lavoro e la pressione fiscale arrivata a limiti insostenibili.
Oggi ci ritroviamo completamente senza manodopera di alta qualità, in un ambito primario dello stato, e il mondo dell’interior design e dell’edilizia sono implosi al seguito dell’aumento vertiginoso dei costi di costruzione e materiali».
Il futuro dell’architettura?
«In duemila anni di storia, l’Italia ha prodotto incessantemente meravigliose creazioni che oggi ne costituiscono il patrimonio storico. Volendo parlare solo degli ultimi venticinque anni, per non perdersi in un marasma di disquisizioni, noi lasceremo capannoni industriali e centri commerciali. Auspico, nel mio piccolo, di contribuire a mantenere una linea etica dell’architettura, diffondendo un credo di bellezza che ci appartiene e che, a mio parere, salvo qualche caso illuminato, è stato completamente smarrito.
Un giovane che studia architettura forse oggi sogna di entrare a far parte dell’élite archistar, ovvero clienti ricchi e ampi margini. Di fare il professionista, lasciando il proprio solco, sembra non vi sia più la possibilità, perché la cosiddetta classe media è stata spazzata via, travolta per prima dalle varie crisi finanziarie. Come ha scritto Guido Maria Brera, imprenditore e finanziere che ammiro: “La piramide sociale è divenuta inscalabile e i giovani di oggi vanno incontro ad un futuro quasi segnato».
Realismo, ma serve comunque un po’ di sano ottimismo per procedere: «Lancio ai giovani millennials un messaggio di speranza, per mantenere accesa la fiamma della creatività, che arde da secoli nelle anime di tanti progettisti e designer italiani. Ho avuto la possibilità di lavorare a fianco di alcuni imprenditori speciali. Mi hanno insegnato che la missione del vero manager è quella di condividere la sua fortuna, e ritrasmettere il sapere che si è ricevuto e costruito in anni di attività lavorativa; per questo, faccio di tutto per aiutare i giovani con cui collaboro e li esorto a fare scelte corrette, improntate non solo sulla ricerca del guadagno per alzare la loro qualità di vita, ma anche sulla volontà di voler principalmente crescere come persone.
Uso con loro spesso una frase che ho condiviso nel progetto di VRclimbFILM, la casa cinematografica che ho fondato con Nicola Tondini, il famoso scalatore italiano: “Non saliamo per arrivare in cima, ma per continuare a salire!”».
Fonte notizia
www.37100.eu upload pagine 102 paragrafi SergioRocca-Articolo-MCG.pdf