Martedì 15 novembre la Sala Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica “Ennio Morricone” ospita uno degli eventi più attesi della 46° edizione del Roma Jazz Festival, il concerto del pianista e compositore azero Isfar Sarabski.
Nato nel 1989 a Baku, in Azerbaijan, Isfar Sarabski combina la sperimentazione di Nils Frahm con il sogno di Ólafur Arnalds, le esplorazioni elettroniche di Martin Kohlstedt con la brillantezza sinfonica di Max Richter e il virtuosismo jazz di Herbie Hancock.
Formatosi presso il celebre Berklee College of Music di Boston, per poi vincere nel 2009 la Solo Piano Competition del Montreux Jazz Festival, Isfar respira musica fin da piccolo: il padre è un grande appassionate di musica, la madre insegna violino mentre il suo bisnonno fu Huseyngulu Sarabski, figura leggendaria della musica azera. “Ero un bambino quando scoprii di essere affascinato dalla meccanica del giradischi, dalle forme di quei grandi dischi neri e, naturalmente, da quell’universo di toni, armonie e ritmi che ne veniva fuori. Ricordo con precisione i sentimenti che provai la prima volta che sentii i dischi di Gillespie e le composizioni di Bach e Chopin: com’era possibile che la musica creasse nella mia testa tutte quelle immagini? L’ho capito diventando un musicista.”
Uscito nel 2021, l’album Planet segna il suo debutto discografico. Un disco che è specchio di un’idea radicalmente eclettica del jazz, dove il linguaggio di derivazione afroamericana si mescola con l’elettronica e dove gli echi sinfonici incontrano un pianismo che può rammentare Rachmaninov. Con uno stile che talvolta può essere accostato a quello di Brad Mehldau, quello di Sarabski è un jazz impressionista con un forte senso della narrazione, denso di riferimenti alla tradizione azera, di cui nutre grande rispetto, ma al tempo stesso segnato dal minimalismo e aperto alle sperimentazioni elettroniche, grazie anche alla diverse collaborazioni con alcuni dei protagonisti della scena clubbing di Baku.
Alla stessa ora ma alla Casa del Jazz in programma invece il live di Itaca 4et, progetto collaborativo transnazionale nato grazie agli incontri dei componenti del quartetto – musicisti canadesi e italiani attivi nel campo dell’avant-jazz – durante vari festival jazz internazionali come quello di Vancouver, di Toronto e il Sile Jazz Festival. L’ensemble, formato da François Houle al clarinetto, Nicola Fazzini al sax alto, Alessandro Fedrigo al basso e Nick Fraser alla batteria propone una musica dinamica, ritmica e votata al culto dell’improvvisazione.
Fonte notizia
www.romatoday.it eventi isfar-sarabski-il-pianista-azero-all-auditorium-parco-della-musica-15-novembre-2022.html