ROMA– Salvo Nugnes, un libro e un premio per Frida Kahlo, l’icona che racconta se stessa. Il noto curatore d’arte, Salvo Nugnes, saggista e reporter per alcune tivù nazionali, presenta «Frida, la mia storia vera». È questo il titolo della sua ultima opera che ci fa approfondire la controversa storia umana e artistica della pittrice messicana attraverso un racconto immaginario in prima persona. Con Nugnes, la nota pittrice si racconta e si spiega in un diario speciale, intimo e finalmente aperto. Un’idea che è piaciuta ed è stata condivisa dal critico d’arte e amico Vittorio Sgarbi. La vita di Frida Kahlo (Messico 1907-1954) trapela attraverso gli autoritratti condivisi tra una velata misoginia ed un’esplicita androginia. Frida è donna, che veste talvolta in maniera sessualmente neutra (tra il 1928 e il 1929). Ma in altre occasioni ridefinisce e ostenta l’arte dei popoli indigeni del Messico post rivoluzionario intesa come resoconto identitario. Lo fa attraverso il suo modo di vestire, profondamente ispirato al costume delle donne di Tehuantepec, un comune della regione di Oaxaca nel Sud del Messico dove la società è matriarcale. Le donne lì comandano e irridono i maschi. Contraddizione moderna in terra antica a supporto di una immagine iconica di una Frida suggestiva, riprodotta e condivisa ancora oggi tra vestiti colorati e ghirlande fiorite e quell’ipnotico sguardo sovrastato dal monosopracciglio enigmatico. Come la sua storia di vita. Nata e morta a Coyoacàn, alla periferia di Città del Mexico, da padre tedesco (Guillermo Kahlo Kaufmann) e madre spagno-amerinda (Matilda Calderon y Gonzàlez). Frida ebbe una vita travagliata, in salita fin dalla nascita, in quanto nata con spina bifida. A soli 18 anni visse la tragedia di un terribile incidente sull’autobus che la riportava da scuola a casa. Ha segnato la sua vita. Una triplice frattura della colonna vertebrale e danni in altre ossa del corpo vennero ricomposte dopo 32 operazioni chirurgiche e un riposo forzato in casa con tanto di busto gessato. Di qui l’idea di sua madre d’installare sulla parte alta del letto a baldacchino uno specchio. Frida nel tempo che ha disposizione legge libri rivoluzionari e dipinge autoritratti «perché sono spesso sola e sono la persona che conosco meglio» spiegò a suo tempo, continuamente specchiata con se stessa e i suoi dolori che non l’abbandonarono mai per tutta la vita. Non fu dolce nemmeno l’incontro e il matrimonio con il pittore Diego Rivera che sposò e dopo qualche tradimento reciproco, perdonò e risposò. Ma il divorzio arrivò nel 1939, dopo un aborto spontaneo a causa dell’inadeguatezza del fisico di Frida e una goccia che fece traboccare il vaso, il tradimento di Rivera con la cognata, Cristina Kalho, sorella di Frida. La vita se non è come un dramma è un’opera d’arte. Lei, androgina, femmina controversa che non disdegna anche esperienze omosessuali, con un’immagine che si divide tra il mito e il mistero, l’icona e la trasgressione, l’arte e l’impossibile, è il monumento di se stessa.
Nugnes si cala nei panni di Frida il cui volto a livello globale viaggia su gadget, cosmetici, gioielli, abbigliamento, borse, tazzine e sugli oggetti più disparati. Nel libro l’autore propone la narrazione e le immagini storiche, foto dei quadri, curiosità, episodi particolari, approfondimenti che tolgono i veli all’artista messicana. «Ho scritto questo libro per raccontare in modo semplice e diretto la vita e le opere di una donna che io ritengo straordinaria, nonostante la sorte le abbia voluto togliere molto».
Il volume vanta, inoltre, l’introduzione della giornalista e scrittrice Silvana Giacobini.
E dal 5 novembre scorso e fino al 18 novembre prossimo, il Palazzo delle Arti di Bassano del Grappa ospita le opere premiate nell’ambito del premio internazionale d’arte dedicato proprio alla carismatica figura di Frida Kahlo.
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www.ibs.it frida-mia-storia-vera-libro-vari e 9791280901026