Tornano ad esplorare il mondo del Cinema, attraverso le corde di bassi elettrici ed acustici, Pierluigi Balducci e Vincenzo Maurogiovanni, pubblicando il secondo capitolo della loro trilogia cinematografica. E’ su tutte le piattaforme digitali il nuovo disco del duo di musicisti pugliesi, “Cinema Vol. 2”, prodotto dall’etichetta Angapp Music.
Un album in cui Balducci e Maurogiovanni continuano ad esplorare il mondo delle emozioni legate alle colonne sonore. Con passione e sensibilità, unite alla leggerezza e all'umorismo che contraddistingue i loro concerti, i due si dedicano ad alcuni temi a loro cari, da quelli del grande cinema americano (Gran Torino o i Flintstones) a quelli legati al cinema italiano: lo straordinario Morricone di “Bianco Rosso e Verdone” o l'Armando Trovajoli di “Matrimonio all'italiana”, il tema intriso di sicilianità de “L'uomo di Vetro” e perfino un omaggio alla commedia scollacciata degli anni '80.
Già in nel precedente disco, “Cinema - Volume 1” Balducci e Maurogiovanni avevano scelto per passione alcune colonne sonore cinematografiche, firmate da autorevoli compositori, come Piero Piccioni, Michel Colombier, Ennio Morricone, John Williams e tanti altri ancora, interpretandole con la visuale dell'improvvisazione, dell'interplay e del dialogo.
In quest’ultimo vol. 2, inoltre i due bassisti accolgono, in diverse tracce, tre ospiti: il cantante Marco Giuliani, il bandoneonista Gianni Iorio e lo storico sassofonista californiano Paul McCandless. È lui ad interpretare le melodie dei due soli brani originali del lavoro, caratterizzati da una grande forza evocativa e concepiti come vere e proprie ‘musiche per un film immaginario’. Balducci e Maurogiovanni fanno del basso elettrico uno strumento espressivo a tutto tondo, sorpassano i confini del proprio strumento e ne fanno scomparire i contorni, per dipingere paesaggi musicali densi di interazione e momenti di lirismo.
Il duo Balducci - Maurogiovanni nasce da una profonda e reciproca stima, umana e professionale, tra due 'fratelli di basso', musicisti prima che strumentisti. Ciò rende lieve, naturale, leggero, l'incontro tra due strumenti che solitamente non convivono nella stessa band.