Una campagna di informazione sui percorsi per ottenere il giusto indennizzo in caso di malattia professionale. A promuoverla è il Patronato Acli di Arezzo che ha scelto di dedicare il mese di ottobre alla sensibilizzazione e all’approfondimento nei confronti di una tematica particolarmente delicata che interessa una platea molto vasta di lavoratori che, a causa del loro impiego, hanno contratto una patologia e un danno permanente. Gli operatori saranno a disposizione gratuitamente per una consulenza orientata alla spiegazione delle malattie professionali maggiormente riconosciute e delle procedure per ottenere l’eventuale indennizzo, andando a fornire risposte personalizzate. Il Patronato Acli ha inoltre attivato una linea telefonica diretta al 329/588.70.97 che permetterà di avanzare una prima richiesta di informazione e di assistenza.
Le malattie professionali maggiormente diffuse sono quelle osteoarticolari che derivano da movimenti ripetuti o da movimentazioni manuali dei carichi, vibrazioni e posizioni costrette, andando a costituire il 67,52% delle denunce totali all’Inail e andando a provocare danni a braccia, gambe e schiena. Il primo passo per il riconoscimento della malattia professionale sarà la valutazione di un medico di base o di Medicina del Lavoro per ottenere un certificato che attesti la patologia, poi sarà necessario rivolgersi al Patronato Acli per la ricostruzione della storia lavorativa con particolare attenzione ai fattori di rischio e per l’invio della richiesta all’Inail. La successiva risposta verrà valutata dal medico legale dello stesso Patronato Acli che, in caso di mancato riconoscimento o di percentuale di danno non congrua, presenterà opposizione fino al pieno raggiungimento dei diritti del lavoratore. «La tutela della salute nell’ambito del lavoro è un diritto che va esercitato senza alcuna remora - commenta Pietro Donati, direttore del Patronato Acli di Arezzo. - Questo è un tema particolarmente sentito dal nostro Patronato e, di conseguenza, abbiamo scelto di dedicare il mese di ottobre all’informazione e alla sensibilizzazione verso le malattie professionali. Non appena, infatti, vi è una diagnosi di patologia riconducibile all’attività lavorativa è sempre opportuno attivarsi immediatamente perché la mancata segnalazione potrebbe incidere negativamente sulla stessa prestazione lavorativa e sulla condizione di salute. È utile, infine, ricordare che è possibile richiedere il riconoscimento della malattia professionale anche dopo il pensionamento o dopo la cessazione dell’attività lavorativa comportante il rischio, dunque invitiamo tutte le persone che potrebbero sentirsi chiamate in causa a rivolgersi ai nostri sportelli».