Cosa ti ha spinto alla realizzazione di questo secondo album?
Visto l’attuale panorama discografico e musicale, probabilmente una buona dose d’incoscienza! Sai, le canzoni esistono già da qualche parte nell’universo. A qualcuno, come anche al sottoscritto, con più o meno fortuna, con più o meno capacità, tocca di tirarle fuori da dove si trovano e metterle a disposizione della comunità. Il modo più semplice per farlo è scriverle, inciderle e pubblicarle.
Cosa vuole trasmettere nel suo complesso questo tuo lavoro?
A differenza del disco precedente, questo è meno marcatamente intimista, più rivolto a raccontare storie di altri, vere o inventate che siano. Sebbene tutte le canzoni raccontino comunque, più o meno direttamente, sempre di me; i personaggi delle mie storie sono dei burattini nelle mie mani e io parlo per mezzo delle loro bocche. La motivazione che mi spinge a scrivere canzoni è stata, è e sarà sempre la medesima: suscitare idee ed emozioni in chi mi ascolta. Finché sarò capace di commuovere e mettere in dubbio qualche certezza con le mie canzoni, significherà avere assolto il mio compito.
Come consigli di ascoltarlo?
Non ho consigli particolari da dare. Vorrei fosse ascoltato senza condizionamenti ma, nel momento stesso che suggerisco questo, paradossalmente, ne potrei influenzare l’ascolto. A parte l’ossimoro, credo che ogni cosa che si prefigge di arrivare al cuore e alla mente debba farlo senza filtri né pregiudizi di sorta, ma immergendosi liberamente in una sorta di trance ipnotica, che è la condizione che provo quando compongo le mie canzoni.
Puoi descrivere alcune tue emozioni durante la fase di scrittura?
Non si può descrivere razionalmente qualcosa che non viene dalla mente, o meglio, non esclusivamente da essa. Potrei dare alle mie emozioni tutti i nomi che conosciamo, ma ognuno poi se le vive in modo diverso. Sicché, ciò che io riempio, ad esempio, con la parola ‘rabbia’, per qualcun altro avrà un contenuto diverso, con infinite altre sfumature, figlie delle diverse esperienze accumulate, della diversa educazione, del diverso modo di essere. Tutte le emozioni che ti vengono in mente puoi ritrovarle in questo disco, in qualità e forma più o meno uguali.
Cosa diresti al Chris del primo album?
Gli direi che è stato più fortunato e bravo ad arrivare prima di me, ma non per questo deve ritenersi migliore di me. Di sicuro, è più giovane di me, e per questo un po’ lo invidio, ma io credo di avere scritto canzoni migliori delle sue, anche se lui probabilmente non è d’accordo!
Hai in programma di eseguirlo live?
Certamente e non ne vedo l’ora! I live sono parte integrante di questo mestiere e, complice la pandemia, negli ultimi tempi purtroppo c’è stata qualche difficoltà. Ma adesso, col disco nuovo appena uscito, credo che ci sarà da divertirsi!