Tivoli, 15 luglio 2022 – L’innovazione farmacologica e tecnologica ha determinato un radicale cambiamento nella cura del diabete, patologia cronica ad elevata prevalenza in tutto il mondo, che impatta pesantemente sullo stato di salute e sulla qualità della vita delle persone oltre a comportare pesanti costi sociali e sanitari. Si torna a parlare della pandemia diabete e l’occasione è stata la “MIDSUMMER SCHOOL 2022 – Disruptive technology e medicina di precisione” di Motore Sanità, organizzata con il contributo incondizionato di Technogenetics, Abbott, Becton Dickinson, Siemens Healthineers e Stago Italia.
I dati, infatti, parlano chiaro. Nel mondo ci sono 536,6 milioni di adulti con diabete di età compresa tra 20-79 anni, circa il 10% della popolazione; sono 6,7 milioni i decessi annui, uno ogni 5 secondi (Fonte: International diabetes federation: dati 2021). I numeri sono destinati ad esplodere nei prossimi 20 anni: +55% nel 2035, pari a circa 600 milioni di persone diabetiche nel mondo.
In Italia, in base ai dati Istat, nel 2020 si stima una prevalenza del diabete noto pari al 5,9% (5,9% negli uomini, 5,9% nelle donne) pari a oltre 3,5 milioni di persone, con un trend in lento aumento negli ultimi anni. In Italia 4 milioni sono le persone con diabete mellito ed un milione quelle non diagnosticate; di queste 1 milione soffrono di una malattia cardiovascolare manifesta e 3,6 milioni presentano un alto o altissimo rischio cardiovascolare. Circa 1.2 milioni di pazienti con diabete mellito hanno malattia renale, di cui 2mila sono i nuovi dializzati ogni anno. Ad oggi nel sistema sanitario operano circa 2.000 specialisti che si occupano di diabete mellito; 650 sono i centri e gli ambulatori di diabetologia ma solo 350 quelli dotati di team multiprofessionale e multidisciplinare. Oggi la spesa totale per il diabete è pari a circa 9,5 miliardi di euro in termini di costi diretti (farmaci, ospedalizzazioni, specialistica), circa l’8,3% della spesa sanitaria pubblica totale.
A che punto siamo lo ha spiegato Elisa Forte, Presidente AMD Lazio, che ha affrontato il tema della disruptive technology e l’innovazione terapeutica nella gestione del diabete.
“L’insulina, di cui ricorre il centenario della scoperta, è stata l’antesignana dell’innovazione permettendo la sopravvivenza di persone altrimenti destinate a morire. Negli anni sono state prodotte insuline che riproducono sempre più fedelmente l’azione fisiologica, ma anche sistemi di monitoraggio glicemico in continuo della glicemia e sistemi di infusione dell’insulina quali i microinfusori. Tale tecnologia, ancora sottoutilizzata, si è dimostrata in grado di migliorare il compenso glicemico e la qualità della vita dei pazienti affetti da diabete mellito di tipo 1, soprattutto se scompensati. Integrandosi con il monitoraggio glicemico in continuo tramite sensori, essa permette la somministrazione automatica della insulina basale e delle correzioni e, in futuro, la chiusura dell’ansa: il pancreas artificiale. Grande innovazione anche per il trattamento delle persone con diabete mellito di tipo 2 grazie a SGLT2i e GLP1-ra, farmaci in grado di contrastare lo sviluppo delle temibili complicanze cardiovascolari e renali. Oggi l’armamentario terapeutico e la disponibilità di una grande mole di informazioni provenienti da banche dati, quale gli Annali AMD, possono supportare i clinici nelle scelte terapeutiche più appropriate e le istituzioni nella programmazione sanitaria al fine di offrire alle persone con diabete cure efficaci sicure e una buona qualità della vita”.