La crassa ignoranza di coloro che credono ciecamente alle fake news, il nuovo oppio del popolo. Il punto fatto dallo scrittore e giornalista Marco Baroni Presidente dell'UGEI, Unione Giornalisti Europei Indipendenti, associazione punto di riferimento di chi fa informazione nell’UE.
***
I luttuosi e drammatici eventi in corso in Ucraina a seguito della vile aggressione da parte delle forze armate di Putin hanno, ancora una volta, incontrovertibilmente, fatto emergere di come e di quanto la crassa e affettata ignoranza sia l’oppio del popolo.
In tempi andati, tra le più note e spesso parafrasate affermazioni, spiccava quella espressa da Karl Marx, ovvero che la religione fosse l’oppio dei popoli. Oggigiorno, internet è divenuto un facile mezzo per far veicolare velocemente delle fake news che, purtroppo, non fanno altro che andare ad alimentare quella crassa e affettata ignoranza che, seppure si viva nel XXI secolo dell’era cristiana, è presente nella popolazione.
Basta osservare, ad esempio, la piazza principale magari di un piccolo comune, per trovare diversi capannelli di persone intente a dialogare del più e del meno. Ci si potrebbe scommettere che, magari in un momento di accesa discussione, vi sia sempre quello che, quasi per magia, è pronto ad estrarre l’ultimo modello di smartphone per far vedere un filmato, una foto o un articolo che sostiene le sue astruse asserzioni.
Peccato però, che la sua convinzione, non sia il frutto di una attenta ricerca o di una profonda conoscenza, ma solamente basata su una fake news. La cosa che, poi, indispone, è che queste persone che basano la loro “conoscenza” su tutto ciò che fa parte del mondo delle fake news, non utilizzi le risorse fornite dalla tecnologia dell’ultimo modello di smartphone per trovare lavoro.
Infatti, in linea generale, gran parte di questi individui, invece di lavorare, preferisce campare sulle spalle delle altre persone. In pratica fruiscono del reddito di cittadinanza e di tutti gli altri benefici che, invece, dovrebbero essere forniti a chi effettivamente ne ha bisogno e non, invece, a perditempo che passano le loro giornate al bar a chiacchiere e dicendo cose di cui nulla sanno se non, appunto, quello che gli viene ad essere detto dalle fake news.
Sono, poi, talmente tracotanti, che neppure la prova provante la falsità della notizia gli fa retrocedere!
Letteralmente la parola ignoranza indica una mancanza di conoscenza. Fino a non molto tempo fa, sostanzialmente vi erano due diverse tipologie di ignoranza.
La prima, ovvero quella catalogata come reversibile, era quella che si andava a basare sul concetto molto semplice del non sapere.
La seconda forma di ignoranza, invece, era considerata irreversibile, dato che ci si trovava di fronte ad un soggetto che era nella convinzione di sapere.
Oggi, oltre a queste due storiche forme di ignoranza, ve né una terza, l’ignoranza elaborativa, la quale è, palesemente, molto più pericolosa. In poche parole, questa nuova forma di ignoranza, nasce e si sviluppa proprio a causa di una sovrabbondanza di informazioni e, al contempo, di una limitatezza di tempo.
Quindi, se da un lato è doveroso riconoscere di come, anche grazie ad internet, sia possibile concorrere a sconfiggere l’ignoranza, è difficilissimo non evidenziare che si corra fortemente il rischio di morire di ignoranza. Difatti, questo incessante e continuo profluvio di innumerevoli informazioni non viene ad essere accompagnato da una parimenti tempistica di analisi.
D’altra parte, è innegabile di come risulti essere sempre più frequente e rapido, l’andarsi ad informare tramite le diverse piattaforme online presenti sul web. Però, sarebbe quanto mai opportuno ricordarsi di come il mondo dei social network sia, anche, il responsabile di una sorta di linciaggio mediatico, il quale scaturisce, quasi sempre, da una falsa notizia virale.
È, perciò sufficiente chiaro che, oggi come oggi, la supina crassa ignoranza si sia potuta trasformare in una sorta di oppio dei popoli. Indubbiamente, la sua rapida diffusione è, in gran parte, accorpabile al fatto che, quei soggetti a cui la fake news è destinata, siano composti da soggetti afflitti da una intenzionale e voluta ignoranza.
Certo, vi sarà chi commette questi errori per semplice faciloneria oppure per superficialità ma, andando a concludere, sono, nella maggioranza dei casi, compiuti proprio da chi vuol concionare senza sapere, ovvero, in special modo da chi passa le sue inutili giornate in piazza grazie ai sussidi, piuttosto che andare a lavorare.
Giornalista Marco Baroni
Presidente UGEI
Unione Giornalisti Europei Indipendenti