Un mondo ineguale favorisce la stigmatizzazione del disagio psichico
La Giornata Mondiale della Salute Mentale (World Mental Health Day) Istituita nel 1992 dalla Federazione Mondiale per la Salute Mentale (WFMH) e riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, è un’iniziativa che si celebra il 10 ottobre di ogni anno e promuove, tramite campagne e attività, la consapevolezza e la difesa della salute mentale contro lo stigma sociale.
Ogni anno viene portato all’attenzione un aspetto diverso relativo alla Salute Mentale.
Per il 2021 è stato scelto: “Salute Mentale in un mondo ineguale”
perché persiste una disparità di trattamento e di qualità dell’assistenza
fornita tra chi soffre di malattie mentali e chi di altre patologie.
Va inoltre sottolineato che, sebbene la crisi COVID-19 sia, in primo luogo, una crisi di salute fisica, ha anche i semi di una grave crisi di salute mentale. Una buona salute mentale è infatti fondamentale per il funzionamento della società nel suo insieme.
Gli effetti avversi della pandemia sulle persone con malattie mentali e sulla salute mentale della popolazione in generale potrebbero inoltre essere aggravati dalla paura, dall'isolamento e dal distanziamento fisico.
È comunque inimmaginabile una psichiatria priva di riferimenti e di rimandi sociali. La psichiatria è infatti probabilmente il settore delle scienze mediche nel quale risulta particolarmente evidente come i fattori ambientali giochino un ruolo fondamentale, ruolo spesso non inferiore a quello dei fattori di ordine biologico, nello spiegare la genesi, il decorso, gli esiti e i risultati dei trattamenti delle diverse forme di disagio psichico.
Dagli aspetti relazionali e sociali della psichiatria nasce così il problema dello stigma e della stigmatizzazione. Succede cioè che la psichiatria, ma anche altre discipline mediche per la verità, rimangono condizionate da pregiudizi nuovi e vecchi. Pregiudizi che offuscano e sviliscono non solo le persone che soffrono ma anche i curanti, le strutture terapeutiche e le modalità curative, con possibili effetti a cascata.
Ancora oggi la malattia psichica è purtroppo sempre più sinonimo di solitudine e abbandono, e la diffusa incapacità a comprendere e condividere la sofferenza legata a questa condizione segnala una crescente estraneità fra il mondo dei sani e quello dei soggetti con fragilità psicologica, fisica e sociale. Oltre a questo va sottolineato che il mercato del lavoro e l''economia hanno un impatto decisivo sui modelli di vita e sulle emozioni, per cui influenzano direttamente il prodursi di malattie psichiche gravi e il conseguente ricorso alle strutture psichiatriche.
Molti sono i fattori che determinano, come già detto, queste differenze: situazioni economiche, sociali e culturali, problematiche acuite nell’ultimo anno a causa della pandemia e della maggiore difficoltà di accesso alle cure. A tutto questo si aggiungono lo stigma e il pregiudizio che condizionano la qualità della vita delle persone che vivono con disturbi mentali e dei loro familiari.
Per le persone con "disturbi mentali", inoltre, l'impossibilità di accedere a un lavoro significa impedire del tutto o rallentare enormemente processi di guarigione che l'attività lavorativa aiuta a concretizzare. Il tasso di disoccupazione degli adulti con malattia mentale è da tre a cinque volte superiore a quello degli adulti senza questi disagi e queste persone sono costrette a lottare oltre che per le ristrettezze legate alla diminuita offerta di posti di lavoro anche con barriere dovute allo stigma, al pregiudizio e alla discriminazione.
Diversi studi epidemiologici hanno evidenziato una relazione tra crisi economica globale e aumento del rischio di sviluppare problemi di salute mentale nella popolazione. Del resto, la relazione appare del tutto verosimile considerato che è noto che le difficoltà economiche, le condizioni lavorative precarie e la disoccupazione sono tra i più importanti fattori di rischio dei disturbi mentali comuni.
Le strutture di cura devono quindi poter usufruire di tutte le possibilità riferite alle tecniche specifiche e indispensabili per attuare i processi disalienanti nell’ambiente di vita. Infatti, ciascuno sa con quale facilità i meccanismi che sviluppano l’alienazione si presentano e si moltiplicano nel nostro habitat di lavoro quotidiano se la “creatività” di ciascuno di noi viene inibita da una burocrazia necessaria, ma sovente generatrice di quegli stessi meccanismi, dei quali siamo al contempo fautori e vittime.
Lo Stigma, il marchio indelebile che caratterizza il malato psichico e si proietta concretamente sul gruppo sociale di appartenenza, è così ancora oggi uno dei principali ostacoli ai programmi di terapia e di assistenza dei pazienti psichiatrici, che continuano a rimanere discriminati e ghettizzati, perché della pazzia ancora ci si vergogna.
Come dichiara il Professor Gabriel Ivbijaro, Segretario Generale WFMHL, la Giornata Mondiale della Salute Mentale 2021 può offrire a ciascuno l’opportunità di unirsi e agire insieme per affrontare queste disparità e per garantire alle persone con disturbi mentali e ai loro familiari di essere pienamente integrate nella vita quotidiana, in tutti i suoi aspetti.
Andrea Mazzoleni
SocioterapeutaUn mondo ineguale favorisce la stigmatizzazione del disagio psichico
La Giornata Mondiale della Salute Mentale (World Mental Health Day) Istituita nel 1992 dalla Federazione Mondiale per la Salute Mentale (WFMH) e riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, è un’iniziativa che si celebra il 10 ottobre di ogni anno e promuove, tramite campagne e attività, la consapevolezza e la difesa della salute mentale contro lo stigma sociale.
Ogni anno viene portato all’attenzione un aspetto diverso relativo alla Salute Mentale.
Per il 2021 è stato scelto: “Salute Mentale in un mondo ineguale”
perché persiste una disparità di trattamento e di qualità dell’assistenza
fornita tra chi soffre di malattie mentali e chi di altre patologie.
Va inoltre sottolineato che, sebbene la crisi COVID-19 sia, in primo luogo, una crisi di salute fisica, ha anche i semi di una grave crisi di salute mentale. Una buona salute mentale è infatti fondamentale per il funzionamento della società nel suo insieme.
Gli effetti avversi della pandemia sulle persone con malattie mentali e sulla salute mentale della popolazione in generale potrebbero inoltre essere aggravati dalla paura, dall'isolamento e dal distanziamento fisico.
È comunque inimmaginabile una psichiatria priva di riferimenti e di rimandi sociali. La psichiatria è infatti probabilmente il settore delle scienze mediche nel quale risulta particolarmente evidente come i fattori ambientali giochino un ruolo fondamentale, ruolo spesso non inferiore a quello dei fattori di ordine biologico, nello spiegare la genesi, il decorso, gli esiti e i risultati dei trattamenti delle diverse forme di disagio psichico.
Dagli aspetti relazionali e sociali della psichiatria nasce così il problema dello stigma e della stigmatizzazione. Succede cioè che la psichiatria, ma anche altre discipline mediche per la verità, rimangono condizionate da pregiudizi nuovi e vecchi. Pregiudizi che offuscano e sviliscono non solo le persone che soffrono ma anche i curanti, le strutture terapeutiche e le modalità curative, con possibili effetti a cascata.
Ancora oggi la malattia psichica è purtroppo sempre più sinonimo di solitudine e abbandono, e la diffusa incapacità a comprendere e condividere la sofferenza legata a questa condizione segnala una crescente estraneità fra il mondo dei sani e quello dei soggetti con fragilità psicologica, fisica e sociale. Oltre a questo va sottolineato che il mercato del lavoro e l''economia hanno un impatto decisivo sui modelli di vita e sulle emozioni, per cui influenzano direttamente il prodursi di malattie psichiche gravi e il conseguente ricorso alle strutture psichiatriche.
Molti sono i fattori che determinano, come già detto, queste differenze: situazioni economiche, sociali e culturali, problematiche acuite nell’ultimo anno a causa della pandemia e della maggiore difficoltà di accesso alle cure. A tutto questo si aggiungono lo stigma e il pregiudizio che condizionano la qualità della vita delle persone che vivono con disturbi mentali e dei loro familiari.
Per le persone con "disturbi mentali", inoltre, l'impossibilità di accedere a un lavoro significa impedire del tutto o rallentare enormemente processi di guarigione che l'attività lavorativa aiuta a concretizzare. Il tasso di disoccupazione degli adulti con malattia mentale è da tre a cinque volte superiore a quello degli adulti senza questi disagi e queste persone sono costrette a lottare oltre che per le ristrettezze legate alla diminuita offerta di posti di lavoro anche con barriere dovute allo stigma, al pregiudizio e alla discriminazione.
Diversi studi epidemiologici hanno evidenziato una relazione tra crisi economica globale e aumento del rischio di sviluppare problemi di salute mentale nella popolazione. Del resto, la relazione appare del tutto verosimile considerato che è noto che le difficoltà economiche, le condizioni lavorative precarie e la disoccupazione sono tra i più importanti fattori di rischio dei disturbi mentali comuni.
Le strutture di cura devono quindi poter usufruire di tutte le possibilità riferite alle tecniche specifiche e indispensabili per attuare i processi disalienanti nell’ambiente di vita. Infatti, ciascuno sa con quale facilità i meccanismi che sviluppano l’alienazione si presentano e si moltiplicano nel nostro habitat di lavoro quotidiano se la “creatività” di ciascuno di noi viene inibita da una burocrazia necessaria, ma sovente generatrice di quegli stessi meccanismi, dei quali siamo al contempo fautori e vittime.
Lo Stigma, il marchio indelebile che caratterizza il malato psichico e si proietta concretamente sul gruppo sociale di appartenenza, è così ancora oggi uno dei principali ostacoli ai programmi di terapia e di assistenza dei pazienti psichiatrici, che continuano a rimanere discriminati e ghettizzati, perché della pazzia ancora ci si vergogna.
Come dichiara il Professor Gabriel Ivbijaro, Segretario Generale WFMHL, la Giornata Mondiale della Salute Mentale 2021 può offrire a ciascuno l’opportunità di unirsi e agire insieme per affrontare queste disparità e per garantire alle persone con disturbi mentali e ai loro familiari di essere pienamente integrate nella vita quotidiana, in tutti i suoi aspetti.
Andrea Mazzoleni
Socioterapeuta