E più profondo ancora è il significato della storia di Narciso:
non riuscendo ad afferrar l’immagine soave,
tormentosa che scorgeva nella fonte, si tuffò e morì annegato.
Ma quella medesima immagine noi stessi la scorgiamo in ogni fiume e in ogni oceano.
È l’immagine dell’inafferrabile fantasma della vita: e questa è la chiave di tutto.
HERMAN MELVILLE, Moby Dick o la balena.
Quante volte abbiamo sentito dire: “Sei un Narcisista!” e quanto spesso l’abbiamo detto noi? Questo termine, al giorno d’oggi cosi inflazionato, talvolta utilizzato con un’accezione negativa come scusa o come spiegazione più o meno logica a comportamenti subiti o manifestati nei confronti di qualcuno, racchiude in sè il significato stereotipato di colui che prova un amore smisurato per la propria persona al punto da non riuscire a spostare l’attenzione da sè e rivolgerla altrove.
In una cultura come quella in cui viviamo, dove l’esibizionismo e il solenne riconoscimento dei propri meriti sono sempre più rinforzati dal contesto, non è facile identificare la linea di demarcazione fra un tratto narcisistico e un tentativo di conformismo culturale.
Innanzitutto prima di addentrarci nel concetto vero e proprio di disturbo narcisistico di personalità, è necessario premettere che tutti noi possediamo dei tratti narcisistici ed è grazie ad essi se siamo in grado di perseguire i nostri obiettivi, di gioire dei successi e riuscire ad avere una certo grado di stima di sè senza presunzione, trovando un buon equilibrio tra il bisogno di riconoscimento e la capacità di poterne fare a meno.
Inoltre è necessario sottolineare il fatto che non esiste una persona “Narcisista”, ma vi è una struttura di personalità narcisistica in un individuo che possiede una serie di altre strutture, solo che in certe situazioni questa appare maggiormente dominante.
Per quanto concerne l’essenza del disturbo, possiamo dire che i suoi connotati appaiono spesso mitizzati dal senso comune che tende ad etichettare il Narcisismo come una caratteristica appartenente ad un freddo manipolatore, incapace di amare che sfrutta l’altro solo per il raggiungimento dei propri fini. Tutto ciò non è sbagliato, tuttavia, le caratteristiche del disturbo sono molto più ampie e non catalogabili in un’unica spiegazione.
Il disturbo Narcisistico di Personalità, si presenta con numerosi “volti” figli del medesimo nucleo psicopatologico, che rendono l’idea di un sistema molto più complesso di quanto appare.
Sebbene il sistema nosografico descrittivo (DSM-5) ne risulti privo, nel tempo numerosi autori hanno cercato di definirne i vari sottotipi al fine di ottenere una classificazione in grado esemplificare la pratica clinica.
Sono state rintracciate tre sottocategorie di narcisismo dai confini spesso labili:
- Sottotipo Inconsapevole o Grandioso (OVERT): qui ci troviamo di fronte a persone indifferenti ai bisogni altrui che utilizzano l’altro in modo utilitaristico anche all’interno delle relazioni di natura affettiva, l’altro serve solo per riflettere se stessi e la propria grandiosità. Hanno bisogno di costante e continua ammirazione e gratificazione, sono privi di rimorsi di coscienza e appaiono spesso come persone carismatiche per le quali provare rispetto e adorazione.
- Sottotipo vulnerabile o ipervigile (COVERT): all’apparenza un tipo sensibile, fragile ed insicuro, una persona ansiosa spesso in stato di allerta, teme il rifiuto degli altri al punto da essere ipersensibile al giudizio e alla critica. Si sente solo, incompreso e ingiustamente malvoluto, dilaniato da un profondo senso di colpa. Tuttavia, ciò che alberga dietro questa maschera di marcata remissività è un’immagine di sè grandiosa e ipertrofica che si alterna a stati depressivi e d’ansia.
Ciò che accomuna ambedue i casi è una profonda ferita nella vulnerabilità e nell’autostima che rappresenta il carburante che alimenta il senso della competizione seppur in una situazione di inadeguatezza e la profonda fatica ad ammettere i propri fallimenti.
- Sottotipo ad alto funzionamento: questa rappresenta l’ultima variante che utilizza il narcisismo come lo strumento principale per raggiungere il successo, concentrandosi sull’obiettivo e quindi sul risultato finale. Siamo di fronte a persone estremamente estroverse, energiche, convincenti ed estremamente abili negli scambi interpersonali, pur conservando un’immagine di sè ipertrofica e di estrema importanza.
In tutti e tre i casi la persona possiede una profonda preoccupazione rispetto all’immagine che gli altri hanno della propria persona.
Detto ciò è importante sottolineare che i vari sottotipi, rappresentano un’esclusiva bussola di orientamento all’interno della pratica clinica, non avendo la rigida pretesa di essere degli schemi precostituiti del funzionamento individuale.
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