17 settembre 2021 - Un diabetico insulinizzato su 2 non misura regolarmente la glicemia per evitare di bucarsi tutti i giorni ma è noto che questo atteggiamento impatta fortemente sulla sua salute creando maggiori rischi di iperglicemia o ipoglicemie: il 74% dei pazienti con diabete di tipo 1 presenta in media, 2 volte a settimana, ipoglicemie che possono causare problemi clinici fino al ricovero ospedaliero.
In Italia le stime indicano che circa 450.000-500.000 malati di diabete di tipo 1 e di tipo 2 sono in terapia insulinica multiniettiva, per entrambi la terapia più importante è il buon controllo glicemico. Di questo si è parlato nella sessione della SUMMER SCHOOL 2021 “Accesso all’innovazione di valore per il monitoraggio glicemico: le lezioni della pandemia”, organizzata daMotore Sanità.
Dal monitoraggio glicemico in presenza al monitoraggio da remoto, i risultati sono decisivi.
Uno studio condotto su 7.337 pazienti Covid 19 ricoverati di cui 952 aveva un diabete preesistente, ha dimostrato che un diabete monitorato e controllato è la miglior difesa contro il Covid. Tra i 952, solo 282 individui presentavano glicemia ben controllata e 528 scarsamente controllata. Nel gruppo ben controllato si riducevano la probabilità di essere sottoposti a ossigenoterapia con ventilazione non invasiva (10,2% contro il 3,9%), o invasiva (3,6% contro 0,7%); durante i 28 giorni dal ricovero sono state dimostrate inferiori probabilità di esito infausto; un migliore controllo glicemico sembra essere associato a significative e molto evidenti riduzioni degli esiti gravi e della morte.
C’è ormai un’ampia letteratura e disponibilità di dati real world relativi ai vantaggi del monitoraggio glicemico in remoto. La nuova tecnologia, grazie ai sistemi flash, alla telemedicina, alla sensoristica e a sistemi infusionali che arrivano al pancreas artificiale cambia la vita di 4 milioni di diabetici di tipo 1 e di tipo 2. Tali strumenti sono in grado di cambiare l’evoluzione e il controllo della malattia restituendo una qualità di vita decisamente semplificata e migliorata per i malati che ne hanno avuto accesso e questo si è dimostrato ancora più necessario ed urgente durante la pandemia, ma l’offerta è disomogenea nelle varie regioni italiane.
Recenti studi hanno dimostrato che rispetto alle strisce i pazienti con Flash glucose monitoring (FMG) si controllano appropriatamente più volte al giorno. Questo permette un migliore “Time in Range”, parametro importante che consente la riduzione delle ospedalizzazioni e degli accessi al pronto soccorso causati da iper/ipoglicemie.
Un recente progetto di ricerca condotto da VIHTALI - Value in Health Technology and Academy for Leadership and Innovation (spin off dell’Università Cattolica di Roma), in collaborazione con l'Agenzia Regionale di Sanità della Regione Toscana ha esaminato alcuni esiti di salute in persone con il sistema Flash Glucose Monitoring di alcune province toscane confrontate con un eguale numero, senza il sistema.
“Nel gruppo con FGM – ha spiegato il Professor Andrea Giaccari, responsabile del Centro di Malattie Endocrine e Metaboliche della Fondazione Policlinico Gemelli IRCCS - si è osservata una riduzione del tasso di ricoveri ordinari di oltre il 30% in un anno, ma vi è stato anche a un sesto in meno degli accessi in pronto soccorso e riduzione significativa della spesa territoriale. I pazienti con diabete che utilizzano il sistema hanno migliori esiti di salute e costituiscono una voce di spesa inferiore per il servizio sanitario nazionale".
Quanto sono importanti i nuovi indicatori dal punto di vista del clinico l’ha spiegato Concetta Irace, Professore Ordinario Università degli Studi Magna Grecia Catanzaro.
“Dobbiamo raggiungere un ottimo valore di glicemia però garantendo il minor numero di iperglicemia che in molti casi non sono colte dal paziente. Il time in range rappresenta un nuovo modo di approcciarci al nostro paziente che utilizza sistemi di monitoraggio glicemico. Oggi abbiamo la possibilità di gestire il nostro paziente, in maniera rapida, contestualizzando meglio i parametri di controllo glicemico e, per quanto riguarda il paziente, ha maggiore sicurezza per quello che riguarda la qualità di vita”.
In Regione Campania la malattia diabetica è una vera e propria piaga ma si sta affrontando con il supporto delle tecnologie.
“Siamo riusciti in Campania ad affrontare il nostro percorso perché abbiamo numeri davvero preoccupanti. Purtroppo la Campania dal 2000 al 2019 ha registrato una prevalenza in aumento di 2 punti percentuali nella malattia diabetica. Nel 2020 i dati prospettano un 6,38 e adesso i numeri più aggiornati del 2021 mostrano un numero spropositato di diabetici con esenzione di 400mila euro, il 7% della popolazione. Abbiamo un problema che va affrontato anche grazie alle tecnologie, per questo abbiamo messo in moto nel 2020 un sistema di telemonitoraggio e telemedicina a domicilio” ha spiegato Pietro Buono della Direzione Generale per la Tutela della Salute e il coordinamento del Sistema sanitario regionale di Regione Campania.
Si è fatta sentire la voce dei pazienti che sostengono i sistemi tecnologici per il monitoraggio della malattia.
“La tecnologia risulta essere un grande aiuto per i malati di diabete, il Covid lo ha dimostrato in questo anno e mezzo di pandemia che ha acuito ed evidenziato alcuni problemi latenti della sanità italiana – ha spiegato Stefano Nervo, Presidente di Diabete Italia -. Le innovazioni tecnologichehanno fornito strumenti in grado di cambiare l’evoluzione e il controllo della malattia, restituendo una qualità di vita semplificata per i malati che ne hanno avuto accesso; di migliorare significativamente gli outcome sanitari e ottenere così importanti risparmi per i sistemi sanitari regionali; di facilitare l’implementazione di telemedicina e i nuovi modelli di presa in carico. Ma bisogna insistere per mettere a disposizione di tutti i pazienti diabetici italiani il meglio degli strumenti e dei dispositivi per garantire loro la migliore e cura”.
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