Tra i giornalisti e gli scrittori ci sono quelli che lo fanno di mestiere, che sanno mettere in fila le parole e fare un resoconto di ciò che accade, e persone che raccontano la vita attraverso i propri occhi, con la sensibilità che li contraddistingue. Marcello Cambi è un uomo nato per raccontare intingendo la sua penna nella storia, facendola rivivere, raccogliendone le sfumature e i colori. Così il libro “Diario scritto con il lapis” descrive in un avvicendamento, ma più ancora in trasparenza e sovrapposizione, la vita e la professione di un giornalista. Marcello ha iniziato la sua attività nel 1960 come corrispondente da Firenze del “Corriere dello Sport”. Il suo libro è il racconto leggero e profondo di una vita intensa. Cambi è del 1935, le sue esperienze personali si sovrappongono a quelle professionali che a loro volta sono state cronaca e oggi sono storia, sono vita dell’Italia degli ultimi sessanta e più anni. Un racconto scorrevole, mai noioso o lento, uno stile amichevole, cordiale, educato, quello di Marcello. Le sue esperienze, gli aneddoti, i fatti, gli amici che frequenta incuriosiscono il lettore conducendolo in un viaggio nostalgico e dolce. Nel libro si incontra Marcello quale capo redattore dell’Ansa, poi direttore del servizio fotografico dell’Ansa, capo ufficio stampa del Senato, responsabile della comunicazione del concorso Miss Italia e della Coppa America di “Azzurra”. Ho conosciuto Marcello Cambi il occasione del mio primo anno vissuto come inviato alle finali nazionali di Miss Italia, il 1988, un anno speciale che lo vedeva per il primo anno capo ufficio stampa del concorso che per la prima volta sbarcava su Raiuno e in cui Fabrizio Frizzi per la prima volta presentava. Una congiunzione astrale favorevole che ha visto sbocciare un’amicizia alimentata dalla stima per la professionalità di un responsabile che in prima persona, ogni mattina alle 6 in punto, si recava all’edicola per acquistare i giornali per preparare la rassegna stampa al primo piano del Palazzo dei Congressi di Salsomaggiore Terme. Per Marcello Miss Italia è come una seconda famiglia, il suo impegno è sempre stato appassionato e totale, tanto che nelle serate finali il figlio Omero è sempre intervenuto a supportarlo nelle numerose attività che coordina. In questa lunga storia Marcello incrocia i volti noti che hanno segnato gli ultimi anni: Mike Bongiorno, Fabrizio Frizzi, Carlo Conti, Roberto Benigni, Gianni Agnelli, Gino Bartali, Federico Fellini, Pippo Baudo, Enzo e Patrizia Mirigliani. Per ognuno ha un pensiero, un ricordo, un aneddoto simpatico. La sua è una presenza discreta, anche in quella che può quasi definirsi un’autobiografia, una presenza di persona abituata a restare dietro le quinte, mai desideroso di essere protagonista. Quasi una voce fuori campo, un cronista che osserva e riporta ma che in quella descrizione fa filtrare un po’ di se stesso. Appassionato di penne per estensione di quella voglia di scrivere e raccontare di chi sa che non gli basterà infinito inchiostro per esprimere le sfumature della vita e di certi incontri e di certi episodi e di certi stati d’animo. In questo libretto, che si fa leggere tutto d’un sorso, ma di cui ogni pagina merita di sedimentare, ci sono l’essenza e la passione di chi ha saputo attraversare con eleganza situazioni e storie, anche quelle difficili e scomode. Tra le righe si scorge quel signore sempre in camicia, modesto, sempre disponibile e sorridente, anche nelle notti stanche delle finali di Miss Italia, quando in piena notte, dopo l’elezione della reginetta, il lavoro anziché finire per lui ricomincia e poi inizia nuovamente all’alba, in un loop sfiancante. Una persona capace di esprimere la sua personalità e rimanere ferma nei suoi principi anche laddove le situazioni si complicano. Potrà non essere un best-seller ma “Diario scritto con il lapis”, reperibile su Amazon, è certamente uno dei migliori libri dell’estate laddove ad essere avvincente è il racconto vero di un uomo sincero che non solo sa raccontare ma sa anche farci vivere con lui il viaggio di una vita intrisa di vita.
Giuseppe De Girolamo