Dopo il successo del romanzo d’esordio, “Oniria”, Mara Aldrighetti torna in libreria con una raccolta di racconti, “Dalla pianura al mare” (Intrecci Edizioni) in cui il racconto dei protagonisti e dei luoghi in cui avvengono le vicende narrate sono il frutto di una visione onirica della narrativa.
“Dalla pianura al mare” è una raccolta di racconti scritti in luoghi e tempi diversi, alcuni brevi “come una fucilata”, altri lenti “come una notte d’autunno”, che delineano uno scenario narrativo che accompagna e culla il lettore proprio come le onde del mare.
Il titolo di questo libro è un riferimento alla sua scelta di vita di trasferirti dal Veneto alla Sicilia. Ci racconta come è nato questo trasferimento?
“Non avevo nessun motivo - né lavorativo, né personale - per trasferirmi in Sicilia. È stata una scelta drastica, dettata dal desiderio e dal bisogno di cambiare prospettive, di chiudere con un percorso di vita che mi aveva arrecato dolore. Avevo bisogno di sole, di mare, di luce. La scelta è caduta sulla Sicilia perché questa terra mi ha sempre affascinata, con le sue luci e le sue ombre e dove non ero mai stata e dove non conoscevo nessuno. Quando ho saputo di aver ottenuto il trasferimento avevo pochissimo tempo per organizzarmi e ho vissuto realmente la situazione che spesso si propone alle persone e cioè: cosa metteresti nella valigia se dovessi andare su di un’isola deserta? La Sicilia non è proprio deserta, ma comunque per me era un luogo sconosciuto, una riva sulla quale sono approdata con l’entusiasmo di chi sta per vivere una nuova avventura, ma anche con il timore dell’ignoto. Ora che vivo qui da qualche anno, mi sono resa conto che il mondo da cui provengo e quello in cui ora vivo sono completamente diversi. Non è stato facile inserirsi in questa nuova realtà e spesso ho commesso degli errori di cui ho pagato le conseguenze, ma ciò che vivo ogni giorno ascoltando il mare, vivendo i luoghi della Magna Grecia, respirando gli odori e gustando i sapori di questa terra ne vale la pena. Aggiungo, inoltre, che ho assorbito fino in fondo la grande capacità di queste genti di affrontare la vita in quello che ora ritengo il modo migliore per non esserne vittime ma protagonisti”.
Dalla pianura al mare è un viaggio, non soltanto tra luoghi, ma anche dentro le persone. Cosa significa, per lei viaggiare dentro gli altri?
“E’ un percorso che ti consente di scoprire e conoscere l’uomo. Capire gli aspetti di un’umanità diversa, ma anche molto simile per inclinazioni, sentimenti sia positivi che negativi come la bontà, la generosità o la meschinità, la cattiveria, il senso di frustrazione e di sconfitta. Sono sempre stata, nel passato, appassionata ai musei, alle mostre di artisti diversi, ma ultimamente non frequento molto volentieri questi luoghi chiusi. Preferisco stare in mezzo alla gente, osservarla, ascoltarla. Spesso mi siedo su una panchina o in un locale e ascolto, respiro e vivo i luoghi. Quindi i colori, il modo di vestire, di parlare, di gesticolare. Anche questo per me è un viaggio dentro l’altro e comunque è un viaggio di andata e ritorno perché scoprire l’altro ti permette anche di capire te stessa”.
Per quali motivi consiglierebbe il suo libro?
“È un libro interessante per come vengono affrontate e trattate le diverse vicende umane”.
Sta già scrivendo qualcosa di nuovo?
“Non ho mai smesso di scrivere e probabilmente non smetterò mai. Ora mi sto dedicando ad un nuovo progetto, un romanzo. È un lavoro abbastanza complesso, ma ritengo che sia molto interessante. Riuscire a portarlo a termine è per me una bellissima sfida con me stessa e con i protagonisti di questa storia che premono per prendere vita sulla pagina bianca”.