L’ ultimo appuntamento con ‘Interludio 2021’ (la rassegna musicale estiva organizzata e gestita dall’Ente Concerti di Pesaro al Parco Miralfiore) è stata affidato a Giorgio Tirabassi, noto attore di teatro, cinema e fiction : ‘Distretto di Polizia’, ‘Paolo Borsellino’, ‘Benvenuti a tavola’, ‘Nord vs Sud’ sono alcuni dei programmi di cui è stato protagonista.
Stavolta non ha impugnato la pistola del commissario Ardenzi né i mestoli dello chef Perrone ma una chitarra ‘manouche’ : è stato protagonista del nuovo spettacolo musicale intitolato ‘Django Reinhardt, il fulmine a tre dita ideato dal chitarrista romano Gianfranco Malorgio dell’Hot Club Roma- in collaborazione con il direttore artistico del Festival Jazz Tradizionale di Lanciano Renato Gattone-dove ha rivestito il duplice ruolo di musicista ed attore raccontando i passi e gli aneddoti più significativi della vita del più grande jazzista europeo, all’apice del successo negli anni ‘30 e ‘40.
Oltre a Tirabassi (voce e chitarra solista) compongono la band Moreno Viglione (chitarra solista),Gian Piero Lo Piccolo (clarinetto e sax), Gianfranco Malorgio (chitarra ritmica) e lo stesso Gattone (contrabbasso): una potenza di suoni che si rivelerà coinvolgente e appassionante.
Tra momenti ironici e talvolta commoventi, lo spettatore è stato proiettato nelle sale da ballo della Parigi negli anni precedenti la seconda guerra mondiale dove la musica era affidata ad una band di musicisti del cosiddetto ‘Gypsy Jazz’ o ‘Jazz Manouche’ dal nome assegnato in Francia ai Sinti, gruppo etnico parzialmente nomade, tradizionalmente riunito sotto la denominazione oggi controversa di Tzigani.
Di facile ascolto ed intrigante, questa musica alterna momenti ricchi di virtuosismi ad altri romantici e intrisi di malinconia: sentimenti che solo la musica manouche sa evocare, riuscendo a toccare le corde più nascoste di ognuno di noi.
Benché sia mancato quasi 70 anni fa (Samois-sur-Seine, il 16 maggio 1953), Dijango - nato in Belgio a Liberchies, 23 gennaio 1910- è tuttora un mito per tanti.
Nel 1966 Sergio Corbucci chiamò col suo nome di battesimo il personaggio principale del film che aveva finito di girare, con Franco Nero nelle vesti del protagonista, proprio come omaggio al musicista di cui era un grande fan.
Nel 1999 in ‘Accordi e disaccordi’ (titolo originale Sweet and Lowdown), Woody Allen fece volutamente un ritratto del protagonista in perfetto accordo con la biografia di Reinhardt, inventandone la vita e dicendo che era secondo solo a Django.
Nel 2000 uscì ‘Chocolat’ del regista Lasse Hallstrom con Johnny Deep quale attore protagonista: ‘Minor Swing’, uno dei brani simbolo di Django, era il tema della colonna sonora candidata all’Oscar nel 2001.
Nel 2005, infine, il cantante Davide Van De Sfroos gli rese omaggio in Rosanera, canzone dedicata ad una chitarra, cantando ‘Quaand che l’ho incuntrada me, l’era in mànn ad un jazzista, un gitano cui barbiis e un prublèma alla sinistra’.