22 luglio 2021 – Sono 270 mila le persone colpite dal cancro in Italia ogni anno, di questi, fortunatamente, una metà vince la battaglia e l’altra riesce a vivere per un bel po' di tempo. Per affrontare però i problemi esistenti, è imprescindibile sia attivare reti oncologiche regionali per rendere omogeneo l’accesso alle cure ai pazienti su tutto il territorio nazionale sia accelerare l’uso della tecnologia, realizzando piattaforme digitali utilizzabili in tempo reale dagli specialisti. Per fare il punto, Motore Sanità, in collaborazione con Periplo, ha organizzato il webinar ‘ONCOnnection IL PAZIENTE AL CENTRO? DAL LABIRINTO ASSISTENZIALE AD UNA RETE DI SERVIZI ORGANIZZATA’, un nuovo appuntamento incentrato sul mondo dell'oncologia e realizzato grazie al contributo incondizionato di Pfizer, Amgen, Boston Scientific, Nestlé Health Science, Takeda, Kite a Gilead Company, Janssen Pharmaceutical Companies of Johnson & Johnson e Kyowa Kirin.
“Le persone che vivono con una diagnosi di tumore, in Italia e più in generale nel mondo occidentale sono in costante aumento; da un lato i programmi di screening permettono diagnosi sempre più precoci, dall’altro terapie specifiche e mirate permettono un aumento di guarigioni o comunque un aumento di sopravvivenza anche in pazienti con malattia metastatica e quindi difficilmente guaribile. Tutto questo comunque comporta la necessità di controlli clinici, esami strumentali, terapie ripetute nel tempo ecc. Tuttavia, la risposta sanitaria, in termini organizzativi è rimasta sostanzialmente invariata rispetto ai decenni passati: l’unico punto di riferimento per i pazienti oncologici, è rimasto l’ospedale, l’oncologia ospedaliera/universitaria/
IRCCS, spesso con sede in ospedali di medie/grandi dimensioni, capoluogo di provincia. Inoltre, l’aumento della spettanza di vita, l’invecchiamento della popolazione, rappresentano fattori non eliminabili favorenti lo sviluppo del cancro la cui incidenza è nettamente aumenta dalla quinta decade di vita, ed il tumore spesso si sviluppo in persone che per età presentano copatologie quali ipertensione, cardiopatia, diabete, con necessità a loro volta di terapie e controlli, ecc. È quindi necessario che la cura oncologica si possa avvicinare alla residenza del malato come già dimostrato in alcuni esempi nel territorio nazionale”, ha dichiarato Luigi Cavanna, Presidente CIPOMO.
“All'aumentare delle risorse diagnostiche e terapeutiche aumenta la complessità del percorso di cura del paziente oncologico. Se da un lato questo si traduce in un miglioramento degli outcome, se il processo non è rigorosamente governato vi è il rischio di una frammentazione del percorso, di una dispersione delle risorse oltre che un sovraccarico di informazioni e prestazioni che grava direttamente sul paziente. Le varie tappe del percorso diagnostico-terapeutico sono infatti strettamente dipendenti l'una dall'altra, con snodi decisionali che si dipanano progressivamente. È quindi fondamentale la presenza di una regia che si faccia carico di guidare il paziente adattando il percorso via via che il quadro clinico si delinea. Un potenziamento della figura del case manager come interfaccia tra il paziente e gli altri membri del team multidisciplinare è indispensabile per garantire il corretto funzionamento del percorso, assicurare le tempistiche delle procedure nonché un tempestivo intervento su eventuali problematiche che possano non raramente emergere nella delicata fase che l'inquadramento iniziale del paziente oncologico rappresenta", ha spiegato Valentina Guarneri, Professore Ordinario, Direttore della Scuola di Specializzazione in Oncologia Medica, Università di Padova.