Taglio del nastro per la mostra fotografica “Dal buio alla luce” che racconta i diversi momenti della pandemia vissuti nella Casa di Riposo “Fossombroni”. L’esposizione è stata voluta dallo stesso istituto cittadino, noto a tutti gli aretini con il nome di Casa Pia, e pone le proprie radici nella volontà di accompagnare i visitatori in un emozionante percorso tra dettagli, volti e luoghi che resterà fruibile gratuitamente fino a venerdì 16 luglio nei locali della Casa dell’Energia.
La mostra, inaugurata alla presenza della vicesindaco Lucia Tanti, si sviluppa attraverso venticinque scatti in bianco e nero realizzati dal fotografo Massimo Barbagli che permettono di rivivere emozioni, stati d’animo e momenti che hanno caratterizzato il recente periodo di emergenza sanitaria. «Prima dell’emergenza sanitaria - spiega Debora Testi, presidente della Casa di Riposo “Fossombroni” che ha curato le diverse fasi della realizzazione della mostra insieme al direttore Stefano Rossi, - il nostro istituto era famoso per avere le porte sempre aperte alle visite di parenti, amici e cittadini, con gli ospiti che beneficiavano di attenzioni e di relazioni di vera qualità. Tutto questo è stato ovviamente interrotto dal Covid19. “Dal buio alla luce” è un progetto unico nel suo genere che è stato motivato dal simbolico intento di riaprire queste porte: non potendolo ancora fare fisicamente, l’intenzione è di farlo attraverso le foto che permetteranno di conoscere i nostri residenti, di vivere i nostri ambienti e di lanciare un bel messaggio di speranza».
“Dal buio alla luce” ambisce a proporre il tema della pandemia come metafora della vita. Le foto di Barbagli fanno vivere un percorso che parte dalla paura e dalla solitudine associate alle fasi più critiche della pandemia e che arriva fino ad un lento ritorno verso la normalità e la serenità che sta caratterizzando le ultime settimane, proponendo anche immagini emotivamente incisive. Questi scatti permetteranno di conoscere gli ospiti e gli operatori della Casa di Riposo “Fossombroni” attraverso i loro gesti e i loro ambienti, con la possibilità di vivere un’esperienza immersiva nella quotidianità dell’istituto che è stata a lungo sconvolta dall’emergenza sanitaria e che ha conosciuto anche lo spettro di contagi, isolamenti, trasferimenti verso le strutture di cure intermedie e decessi. «Prima il ricordo di Dino Montagni, con una Messa di suffragio celebrata per una figura che meritava di essere elevata a simbolo di coloro che restano vivi nei nostri cuori - commenta la vicesindaco Tanti. - Ora questa mostra, che allarga l’orizzonte agli ospiti della struttura e a chi se ne fa carico quotidianamente. Quella della Casa Pia continua a essere una bella storia aretina che testimonia come la città sia solidale e come la stessa solidarietà sia vissuta come un valore aggiunto. È con questa premessa, fautrice di accoglienza e coesione, che continueremo a dare risposte ai bisogni, vecchi e nuovi, della popolazione».
La mostra è stata sostenuta anche con il contributo arrivato alla Casa di Riposo “Fossombroni” dalla raccolta di fondi promossa da SS Arezzo, da Orgoglio Amaranto e dalla Curva Sud “Minghelli” con la vendita di biglietti virtuali per la partita contro il Ravenna. L’intero percorso termina con un positivo messaggio di speranza e di ripartenza che, dopo un’altalena di emozioni contrapposte, sta caratterizzando i più recenti mesi attraverso il lento riprendere delle attività quotidiane, il ritorno alla socialità e la riapertura alle visite di parenti e di amici. «La delicata fase che ha vissuto la Casa di Riposo Fossombroni non ci ha lasciati indifferenti - aggiunge il sindaco Alessandro Ghinelli, - insieme alla presidente Debora Testi, che ringrazio unitamente alla struttura per le loro competenze e attenzioni, abbiamo monitorato ogni aspetto della situazione pandemica. Accanto a valutazioni di carattere più prettamente sanitario e organizzativo, vi è stato un impegno costante per tenere aggiornate le famiglie sulle condizioni dei loro cari. Adesso è arrivato il momento di guardare avanti con spirito di rinnovata fiducia. E questa mostra, caratterizzata dalla scelta significativa e affascinante del bianco e nero, sta qui a ricordarcelo».