La sua è una scrittura terapeutica, introspettiva. In questo primo romanzo Mara Ercolanoni racconta la storia di una bambina felice come tante, che all’improvviso deve fare i conti con la cruda realtà. Gli anni della spensieratezza e delle favole vengono spazzati via da una diagnosi troppo precoce e troppo grande da accettare per una bambina e per un’intera famiglia alle prese con il restare a galla dopo la scoperta della malattia della madre: “schizofrenia paranoide”. Manie di persecuzione, visioni e tutto quello che può portare qualcuno verso la “pazzia” o considerata tale.
Tutto questo porta tutti verso una nuova visione del mondo e della vita… Rimanendo aggrappati gli uni agli altri, cercando respiro tra la nebbia tutti riescono a trovare un equilibrio non facile e in mezzo affiorano i primi amori maledetti, la voglia di riscatto, la verità di una società che rifiuta o comunque evita ogni contatto con questo tipo di persone, lasciando spesso una colpa e una sensazione di abbandono verso chi ne paga spesso le conseguenze. Spiega Mara "Parlo di uomini veri, di un padre che resta, nonostante tutto, dimostrando come l’amore possa guarire ogni ferita. Parlo di viaggi che ci portano a riscoprire il senso della vita: l’Africa! Un viaggio all’origine del mondo. Parlo di dipendenza di una ragazza borderline, quella che sono stata per molto tempo e di come sono riuscita a diventare me stessa e smettere di farmi del male, di come ce l’ho fatta io e di come ognuno di noi possa trovare la propria strada in questa società spesso malata di protagonismo, di materialismo dimenticandoci della sostanza di un’anima fragile".
Poi aggiunge "Parlo dell’Amore quello che ti farà conoscere la vera felicità. Parlo di quanto possa essere un miracolo diventare madre e di come il parto sia una vera gioia. Della perfezione della natura, in ogni sua forma. Parlo di crisi che possono essere superate, parlo di chat di incontri che arrivano in un periodo molto strano della mia vita che mi riportano a riscoprire una femminilità dimenticata, assopita. Ma soprattutto parlo di destino".