14 aprile 2021 - 7 milioni di persone in Italia sono colpite da malattie croniche, si
stima però che solo la metà assuma i farmaci in modo corretto e fra gli anziani le
percentuali superano il 70%. Le cause di mancata o scarsa aderenza ai trattamenti
sono molteplici: complessità del trattamento, inconsapevolezza della malattia,
follow-up inadeguato, timore di reazioni avverse, decadimento cognitivo e
depressione.
Tutti aspetti acuiti dall’avanzare dell’età e dalla concomitanza di altre patologie.
Per fare il punto in Toscana e Emilia-Romagna, Motore Sanità ha organizzato il
Webinar ‘IL VALORE DELL’ADERENZA PER I SISTEMI SANITARI REGIONALI,
DAL BISOGNO ALL’AZIONE’. Secondo di 5 appuntamenti, il road show, realizzato
grazie al contributo incondizionato del Gruppo Servier in Italia, Sanofi, Iqvia e
Intercept, coinvolgerà sul tema dell’aderenza alle cure i principali interlocutori a
livello locale: clinici, istituzioni, cittadini e pazienti.
La Toscana, al Censimento 2019, è risultata composta da 4.133.000 individui, con
una popolazione di ultra 65enni (23%) che la pone al terzo posto in Italia. In media
un cittadino toscano anziano assume un po' più di una dose di farmaco al giorno,
in particolare per l'apparato cardiocircolatorio, seguiti dai farmaci per l'apparato
gastrointestinale e metabolismo. L'aderenza alle terapie croniche è però
insoddisfacente: inferiore al 60% nell’ipertensione, al 40% nell’osteoporosi, al 25%
nella depressione, al 20% nelle malattie respiratorie.
In Emilia-Romagna risiedono oltre 4.470.000 persone (dati al 2019), con una
popolazione che continua a invecchiare: gli over 65 rappresentano il 25% (1.127.146)
e gli over 75 il 12,8% (571.319). La maggior parte dei pazienti cronici residenti in
Emilia-Romagna riferisce di essere affetto da una sola malattia (42%), mentre un
quinto (18%) soffre di più patologie croniche: in particolare il 21% presenta 2
patologie e il 3% ne riferisce 3 o più. Le patologie croniche più diffuse sono le
malattie cardiovascolari (ipertensione e malattie del cuore 22%), le respiratorie (6%),
seguite dal diabete (5%).
“Tutti sappiamo quanto sia fondamentale l’aderenza terapeutica nel trattamento dei pazienti.
Oggi è particolarmente importante l’educazione sanitaria dei pazienti affinché ci sia una
corretta aderenza terapeutica. Bisogna però riflettere sul fatto che oggi in molti casi ci
troviamo di fronte ad una medicina multispecialistica, per cui i pazienti spesso vanno
incontro a terapie farmacologiche multiple: parlare di aderenza vuol dire anche parlare di
conciliazione farmacologica”, ha dichiarato Mauro Maccari, Responsabile Organizzazione delle
Cure e Percorsi Cronicità Direzione Diritti di Cittadinanza e Coesione Sociale, Regione Toscana
“Il tema dell’aderenza alla terapia farmacologica è un aspetto trasversale dell’assistenza
sanitaria. La regione Emilia-Romagna sta sperimentando azioni che la promuovano, in
particolare nell’ambito della cronicità nel quale l’aderenza alla terapia assume la sua
dimensione più significativa. Riteniamo che sia necessario coinvolgere maggiormente il
paziente affinché diventi sempre più parte attiva nel proprio percorso di cura. Per
raggiungere questo obiettivo occorre disegnare percorsi a sostegno alla presa in
carico assistenziale che comprendano soluzioni atte a favorire una maggiore
consapevolezza da parte del paziente sul ruolo dei medicinali prescritti e la condivisione
al progetto di cura a lui assegnato. E’ in questo senso che la Regione Emilia-Romagna
ha sviluppato diversi progetti che hanno coinvolto – definendone un preciso ruolo – in
particolare i farmacisti, sia ospedalieri sia convenzionati, affinché nelle fasi di erogazione
del farmaco si attui, con particolare attenzione ai pazienti che assumono più terapie (più
di 5 farmaci) o ai pazienti affetti da determinate patologie (esempio BPCO) interventi attivi
mirati a promuovere l’aderenza alla terapia o a intercettare fattori che la riducano. È di
rilievo che questi interventi siano inclusi in un disegno di sistema nel quale il farmacista
sia di supporto al ruolo svolto dai medici e dagli infermieri delle cure primarie, in quanto
è proprio negli snodi, nei punti di transizione del paziente, che l’informazione deve
giungere affinché gli interventi e gli sforzi messi in atto siano efficaci e quindi non vani.
L’aderenza alla terapia richiede pertanto interventi proattivi, approcci multidimensionali e
interprofessionali. Ad oggi gli strumenti per misurare l’aderenza non sono ancora robusti e
quelli più utili nell’intercettare il reale bisogno del paziente si basano sulla realizzazione di
interviste mirate. Sicuramente nel prossimo futuro la nascita del Dossier terapeutico - quale
parte specifica del FSE – sarà un valido supporto alle analisi sui profili di utilizzazione dei
farmaci che ad oggi possono essere condotte solo attraverso progetti mirati o studi delle
prescrizioni ripetute nei flussi della farmaceutica”, ha detto Fabia Franchi, Servizio
Assistenza territoriale Direzione generale cura della persona, salute e Welfare, Regione
Emilia Romagna
“L’aderenza rappresenta il grado di corrispondenza tra il comportamento del paziente e le
prescrizioni terapeutiche ricevute dai sanitari e non riguarda solo i farmaci ma anche la
diagnostica e lo stile di vita. La mancata aderenza rappresenta un fenomeno complesso
che chiama in causa sia fattori individuali legati al paziente, sia fattori legati al prescrittore
sia alla organizzazione del sistema sanitario. In ogni caso la mancata aderenza rappresenta
sia un problema economico rilevante per lo spreco delle risorse sia un problema sanitario
per l’effetto prognostico negativo dovuto alla sospensione di farmaci fondamentali nell’ambito
di patologie importanti come quelle oncologiche o cardiovascolari, ma non solo
.
Sono
necessari interventi multidirezionali che vanno dalla sensibilizzazione del sistema sanitario -
importanza del counseling e del tempo necessario per attuarlo o semplificazione burocratica -
alla preparazione del personale sanitario al coinvolgimento dei pazienti con campagne
informative adeguate. La categoria più delicata è rappresentata dalla popolazione anziana
per le comorbilità che spesso determinano terapie numerose e complesse, difficili da attuare
e mantenere nel tempo. A tale riguardo sarebbe auspicabile anche un contributo dell’industria
farmaceutica con l’inserimento nel prontuario della polypill, che per alcune patologie
semplificherebbe la gestione quotidiana della terapia e garantirebbe una maggiore aderenza”,
ha affermato Gabriele Guardigli, Direttore UO Cardiologia AOU S. Anna di Ferrara -
Presidente ANMCO Emilia-Romagna
“Negli anni recenti, il problema della mancata aderenza alla terapia delle malattie croniche,
è esploso nella sua drammaticità Pertanto, un Sistema Sanitario Regionale dovrebbe ormai
aver inserito il problema dell’aderenza tra i vari targets dell’appropriatezza e quindi spendere
la sua autorità e autorevolezza nell’implementare una serie di azioni mirate per ridurre la
dimensione del problema. Tutto questo, però, non è a costo zero, in quanto un’immediata
azione per migliorare l’aderenza sicuramente determinerebbe un aumento della spesa
sanitaria mentre i benefici sulla riduzione della mortalità e morbidità si evidenzierebbero negli
anni successivi. Quindi tutto questo dovrebbe portare a un ripensamento dell’organizzazione
dei Sistemi Sanitari Regionali e soprattutto introdurre la possibilità di poter fare bilanci a
lungo termine che tengano conto delle azioni di prevenzione i cui benefici non sono
ovviamente immediati”, ha sostenuto Stefano Taddei, Professore Ordinario presso il
Dipartimento di Medicina Interna Università di Pisa
"Il tema dell'aderenza terapeutica in oncologia ha assunto negli ultimi anni particolare rilevanza.
Fortunatamente sono sempre di più i malati oncologici ‘cronici’ che devono seguire per lunghi
periodi trattamenti complessi e che richiedono un follow-up costante., grazie anche ai progressi
della ricerca scientifica e alla disponibilità di opzioni terapeutiche sempre più efficaci. In questo
senso quindi la collaborazione del paziente, in termini di aderenza terapeutica, è fondamentale
non solo per il risultato clinico del trattamento ma anche per la sostenibilità del nostro SSN.
Le lunghe fasi domiciliari del percorso del paziente oncologico rafforzano la necessità di un
monitoraggio anche a questo livello e di una corretta esecuzione delle terapie”, ha dichiarato
Gianni Amunni, Direttore Generale Istituto per lo Studio, la Prevenzione e la Rete Oncologica
(ISPRO) Regione Toscana
In sintesi, l'aderenza ai percorsi diagnostici e terapeutici rappresenta un fattore chiave di
successo per la governance del Sistema Sanitario Regionale, per l'efficienza delle cure e la
sostenibilità economica. In tale ottica è necessario un impegno di sistema per monitorare e
correggere i comportamenti che impattano sulla scarsa aderenza e l'implementazione delle
tecnologie che facilitano i pazienti a seguire il percorso di cura. La proposta dell'inserimento di
un indicatore sintetico di aderenza nel nuovo sistema di garanzia può rappresentare una
opportunità di valore e di indirizzo per tutti gli attori chiave.