25 marzo 2021 – L'abuso di antibiotici che inizialmente ha connotato il trattamento
della polmonite da COVID-19 ha raggiunto picchi preoccupanti, con 3 pazienti su 4
trattati senza alcun motivo con terapia antibiotica. La mancanza di programmi di
stewardship antimicrobica o la inosservanza ‘causa pandemia’ sono stati serbatoio
della loro diffusione. Per fare il punto della situazione, all’interno della 2 giorni
della Winter School “CALL TO ACTION PER UN SSN INNOVATIVO E RESILIENTE...
SE CORRETTAMENTE FINANZIATO”, Motore Sanità ha organizzato il Webinar
“Contrasto all’antibiotico resistenza nel paziente fragile: riflessioni e azioni da
condividere in previsione del rinnovo del PNCAR”.
Il professor Francesco Menichetti, Direttore U.O. Malattie Infettive, Azienda Ospedaliera
Universitaria Pisana, ha dichiarato “l’epidemia di COVID-19 che da un anno ha colpito
anche il nostro Paese ha amplificato in modo tangibile, talvolta drammatico, il problema
dell'antibiotico resistenza. Molti pazienti affetti da COVID-19 con insufficienza respiratoria
che ha richiesto supporto ventilatorio sono infatti stati vittima di infezioni da microrganismi
multi resistenti, in particolare nel setting intensivistico. Il COVID-19 ha quindi messo a nudo
la debolezza di un sistema, quello ospedaliero, che non era stato in grado di affrontare e
risolvere in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale, il problema dell’infection control
e della stewardship antimicrobica. Le buone pratiche assistenziali, necessarie per impedire
le infezioni crociate in ospedale (infection control) non collidono infatti completamente con le
procedure da adottare al fine di proteggere se stessi dal rischio di acquisire l'infezione da
SARS-CoV2, e, in mancanza di uno specifico addestramento e di un sistema di controllo
continuo sulle procedure assistenziali, si possono verificare e si sono verificati cluster
epidemici nosocomiali causati da microrganismi MDR quali quelli produttori di KPC o NDM.
L'abuso di antibiotici che inizialmente ha connotato il trattamento della polmonite da
COVID-19 ha raggiunto picchi preoccupanti, con tre pazienti su quattro trattati senza alcun
motivo con terapia antibiotica. La mancanza di programmi di stewardship antimicrobica o la
inosservanza ‘causa pandemia’ hanno certamente dato il loro contributo selezionando germi
resistenti nell'intestino del paziente colonizzato che è poi stato il serbatoio della loro diffusione.
Ecco, quindi, che il nuovo PNCAR deve ripartire dalla coscienza di tale emergenza,
dimostrando capacità di sapersi ridisegnare nella struttura a favore di una maggiore agilità e
negli obiettivi, selezionando alcune decise priorità misurabili. L'auspicio è che, con l'impegno di
tutti, si possa riuscire a fare un buon lavoro”.