17 marzo 2021 - Facilitare la diffusione di buone pratiche organizzative finalizzate a favorire
l’aderenza terapeutica. Attraverso un confronto tra i professionisti che si dedicano alla cura
delle patologie più diffuse ad esempio medici specialisti, farmacisti, medici di medicina
generale, economisti sanitari. Con lo scopo di stimolare un confronto sull’utilizzo delle
strategie terapeutiche disponibili, sull’impatto che la pandemia in corso potrebbe lasciare sul
sistema, Motore Sanità ha organizzato il Webinar ‘FOCUS NORD OVEST. ADERENZA E
APPROPRIATEZZA TERAPEUTICA’, realizzato grazie al contributo non condizionato di
Daiichi-Sankyo.
“L'aderenza terapeutica è innanzitutto una sfida! Perché? perché è estremamente difficile
ottenerla e solo una stretta alleanza tra medici e pazienti potrò riuscire nell'intento. È stato
oramai ampiamente dimostrato che lo scarso successo nel raggiungimento dei target
terapeutici nelle principali patologie (ipertensione scompenso dislipidemie diabete) in buona
parte è proprio dovuto ad una insufficiente aderenza terapeutica: dimenticanza di assumere
farmaco, non ritenere così importante la patologia che uno ha, il continuo cambiamento di
strategie terapeutiche ne sono la principale causa. Indubbiamente l'avvento di terapie di
associazione prefissate dove in un'unica pastiglia possono essere contenuti più composti
della medesima area terapeutica o di diverse ha in alcuni campi migliorato l'aderenza stessa.
Ad esempio, per l'ipertensione arteriosa si è passati negli ultimi 10 anni da un'aderenza del
40% ca a più del 60%, ecco questa è una strada pratica da continuare a seguire però con
un'avvertenza: non possiamo prescindere da un sempre più maggiore coinvolgimento dei
pazienti. Solo uniti si può vincere”, ha spiegato Stefano Carugo, Direttore e Professore
Cardiologia Policlinico, Milano
“Il tema della continuità delle cure, in particolare per quanto riguarda le malattie long-term,
non può prescindere da una corretta aderenza ed appropriatezza terapeutica, non solo
relativa ai farmaci ma anche alla diagnostica. Spesso i professionisti, a qualsiasi livello del
contesto sanitario, che sia esso Ospedaliero o Territoriale, danno per scontato che il
paziente assuma correttamente le terapie a lui prescritte, ma sovente si osserva, tramite
verifiche o - ancora peggio - per recidive della patologia (forse anche indotte da
un’informazione sempre meno orientata al singolo cittadino ma tendente ad un processo di
globalizzazione), che alcuni pazienti si scompensano e ricorrono frequentemente alle cure
dei sanitari. A tal proposito ritengo che sia necessario avviare con i pazienti delle attività di
informazione e counselling relativamente alla patologia di cui sono portatori e che sia
necessario condividere con loro anche un cambiamento degli stili di vita. Un percorso
virtuoso potrebbe essere, a mio avviso, quello di inserire i pazienti in percorsi specifici di
sanità di iniziativa e follow-up che prevedono controlli periodici, counselling e incontri
relativi a stili di vita, educazione terapeutica e, soprattutto, alla gestione delle terapie.
Queste poche ma fondamentali misure dovranno essere adeguate alle necessità cliniche
e culturali dei pazienti, affinché si perfezioni sempre di più il concetto di appropriatezza,
non solo in termini economici”, ha dichiarato Lorenzo Angelone, Direttore Sanitario
AOU Città della salute e della Scienza, Torino