16 Marzo 2021 - Nell’Opinione su “Disruptive innovations” o innovazione dirompente,
l’Expert Panel on investing in health della Commissione Europea (EXPH), ha definito
“l’innovazione dirompente nel settore sanitario” come “un tipo di innovazione che crea
nuove reti e nuove organizzazioni sulla base di una nuova serie di valori, coinvolgendo
nuovi attori, che consente di migliorare la salute e di raggiungere altri obiettivi preziosi,
come equità ed efficienza”. Oltre alla definizione “europea” di innovazione dirompente
il Panel ha elaborato anche una nuova tassonomia delle innovazioni dirompenti basata
sui “campi di applicazione” e sulle loro categorie tecnologica (tecnologie a bassa ed alta
complessità), organizzativa (modelli, strutture, processi), prodotti e servizi e risorse
umane (personale sanitario, pazienti, cittadini e comunità).
In area tecnologica, numerosi dispositivi saranno
disponibili nel prossimo
biennio.
Le proposte interesseranno la sensoristica, i micro/macro infusori, l’apparato
cardiocircolatorio in termini di controllo di patologie aritmiche, coronariche e di deficit
muscolare cardiaco.
La teragnostica implementerà
i prodotti a disposizione,
così come la radioterapia e la radiologia, tecnologie innovative che
permetteranno di vedere gli
organi come
strutture trasparenti, gli xenobots (piccoli robot) che introdotti nell’apparato vascolare
permetteranno di ripulire le arterie e
veicolare farmaci, le CAR che amplieranno la
propria copertura terapeutica, la medicina di precisione che si avvarrà di strumenti
digitali di implementazione, super computer per analisi di big
data per accelerare lascoperta farmacologica e la possibile applicazione
clinica, e non ultima l’intelligenza
artificiale che migliorerà le performance in tutti gli ambiti terapeutici e diagnostici a
supporto dell’attività specialistica. L’home care sarà inoltre una possibilità di
espansione della tecnologia medica a partire dalla telemedicina, fino a dispositivi di
monitoraggio e cura. Non vanno dimenticati i prodotti misti farmaco/dispositivo,
non ultimi quelli per migliorare l’aderenza terapeutica o sistemi di impianto o
esterni con delivery di sostanze.
Di tutto questo si è parlato durante il webinar intitolato “TWENTY/TWENTY-ONE.
L’INNOVAZIONE DIROMPENTE NELL’ANNO 2021”, organizzato da Motore Sanità
e con il contributo incondizionato di SHIONOGI e IT-MeD.
Alcuni campi di innovazione dirompente in medicina sono la ricerca traslazionale, le
tecnologie innovative, la medicina di precisione. L’Unione Europea sta già
finanziando alcuni progetti per esplorare questo problema in numerosi Stati membri
spingendo a valutare i costi e i benefici delle attività di diagnostica molecolare per
identificare le persone che potrebbero beneficiare di particolari attività di prevenzione
e per identificare alcuni gruppi che dovrebbero ricevere o meno un trattamento
particolare, e attività di identificazione di gruppi di pazienti che potrebbero trarre
beneficio da un particolare tipo di trattamento specifico per quel sottogruppo.
“Nei prossimi anni ci sarà uno sviluppo importante dell’immunoterapia – ha spiegato
Paolo Ascierto, Direttore reparto di oncologia, melanoma, immunoterapia oncologica
e terapie innovative IRCCS Fondazione Pascale di Napoli -. Uno dei trattamenti che
probabilmente avrà un futuro importante è quello dei TILs, lifociti intratumorali che
vengono estratti dal tumore attraverso una proceduta complessa, vengono messi in
cultura, si fanno di queste delle sacche e poi vengono re-infusi nel paziente Il dato
interessante che sta emergendo da alcuni clinical trials come questo è che nei
pazienti che hanno fallito l’immunoterapia con checkpoint inhibitors, che si trovano
cioè nella black area, possono avere circa 40% di risposte da questo trattamento.
C’è poi un altro approccio molto interessante che è quello del recettore T solubile,
una sorta di surrogato delle Car-T cell: è un approccio abbastanza innovativo che sta
facendo parlare di se nei tumori solidi sia nel trattamento del melanoma uveale;
questo approccio è interessante perché potrebbe avere un seguito importante in quei
tumori in cui l’immunoterapia ha dimostrato di avere dei limiti. Per quanto riguarda
invece le CAR-T per i tumori solidi ci sono dei limiti dovuti alla loro tipologia rispetto
ai tumori ematologici e dovuti al target che a volte non è specifico del tumore. E poi
c’è tutta una serie di sviluppi, che purtroppo il Covid ha fermato e che ci hanno visto
coinvolti, e mi riferisco al progetto CARMA sul quale abbiamo lavorato fino a
febbraio dello scorso anno. In un breve futuro sentiremo parlare anche di CAR NK, il
CAR Macrophage-CAR Ms, CAR-Trucks”.
La terapia genica e il genome editing nella cura delle malattie ematologiche è
stato il tema affrontato da Franco Locatelli, Direttore Dipartimento Oncoematologia,
Terapia Cellulare, Terapie Geniche e Trapianto Emopoietico Ospedale Pediatrico
Bambino Gesù, Roma e Presidente del Consiglio Superiore di Sanità.
“I prodotti di terapia genica avanzata rappresentano l’avanguardia della medicina
personalizzata e di precisione, e nei prossimi anni questi approcci terapeutici
cambieranno la storia naturale di molte malattie ematologiche sia ereditarie sia
acquisite. Le grandi sfide sono come implementare collaborazioni fruttuose tra
istituzioni accademiche e industrie anche in Italia, come presentare nella maniera
più corretta il rapporto benefici-rischi collegati a queste terapie e come meglio
definire il loro posizionamento nella strategia più globale di trattamento di un
paziente e, infine, il tema del costo di queste terapie e della loro sostenibilità,
soprattutto per un paese come il nostro che ha la fortuna di poter contare su un
sistema sanitario solidaristico”.
La medicina molecolare è diventata la medicina per tutte le patologie, per
questo esige razionalizzazione e condivisione delle risorse.
“Ci vuole una attenta valutazione e programmazione che si basa su quanto è
stato fatto fino ad ora, ma che permetta una raccolta di dati sulla medicina
molecolare al fine di una programmazione accurata delle risorse che devono
essere inserite per mantenere attivo il percorso, altrimenti i costi diventano
eccessivi e non sono più sostenibili, considerando che oramai la medicina
molecolare è una medicina per tutte le patologie e non più una medicina di
nicchia – ha spiegato Anna Sapino, Direttore Scientifico IRCCS Candiolo
(TO)-. Quindi è necessario un percorso programmatico adeguato che
garantisca la qualità di questo tipo di diagnosi e cura e l’applicabilità e la
sostenibilità utilizzando tutte quelle che sono già le esperienze maturate fino
ad ora. La rete, infine, è fondamentale anche nella medicina molecolare: ci
sono diversi tipi di rete ma devono poi confluire tutte nel medesimo intento,
quello di permettere che i farmaci nuovi possono essere utilizzati, quindi
razionalizzazione e condivisione delle risorse”.
Il Disruptive innovations nel prossimo futuro chiede un cambio culturale di
approccio da parte di tutti gli attori del sistema salute.
“Siamo all’inizio di una rivoluzione che ricade sia sulle aziende sia sui
singoli professionisti e sulla loro capacità di accettare questo tipo di nuova
organizzazione e di nuovo supporto, che è inevitabile, in cui ci dovrà essere
un regista e una serie di attori che danno una mano – ha spiegato Davide
Croce, Direttore Centro Economia e Management in Sanità e nel Sociale
LIUC Business School, Castellanza (VA) -. Il Disruptive nel prossimo futuro
spiega proprio questo, che la conoscenza in medicina nel prossimo futuro
non sarà più dominio di una unica persona ma ci sarà bisogno della
conoscenza di team di specialisti in varie discipline, che dovranno operare
insieme ed in sequenza con tempi coordinati. La Car-T ci ha già mostrato
questo scenario e la necessità di nuovi modelli decisionali differenti”.
Così ha spiegato Francesco S. Mennini, Presidente SIHTA. “La Disruptive
innovations in sanità richiede valutazioni corrette e seguire approcci economici
rigorosi che consentano di effettuare una vera e propria valorizzazione
dell’innovazione in senso lato; richiede di valutare una innovazione che è in
grado di creare nuovi mercati per introdurre il concetto di concorrenza e
richiede nuovi ruoli professionali e nuove competenze, fondamentali per
consentire anche il raggiungimento degli obiettivi in termini di outcome in
maniera migliore” ha spiegato Francesco S. Mennini, Presidente SIHTA.
“Bisogna superare il concetto di evidenza paretiana”
“Abbiamo imparato – ha concluso Claudio Zanon, Direttore scientifico di
Motore Sanità - che dalla innovazione dirompente ognuno riesce finalmente
a parlare della salute a 360 gradi, partendo dalla innovazione tecnologica
diagnostica alla organizzazione ai diritti del cittadino e a quelli del paziente,
fino alla giusta equità di accesso alle cure. Come Motore Sanità proseguiremo
organizzando nuovi incontri sull’argomento perché questo è il tema del futuro”.