Roma 28 dicembre 2020: Ormai un po’ tutti i comuni si stanno adeguando alla raccolta differenziata porta a porta unica via, in questa parte d'Italia, per raggiungere una percentuale accettabile di rifiuti differenziati, tutelare l'ambiente e far risparmiare qualche soldo ai contribuenti. In questo senso molti comuni stanno passando alla Tarip ( tariffa puntuale ) che permette di quantificare il rifiuto indifferenziato prodotto da ogni singolo utente, dare modo a chi è più virtuoso di ottenere sconti sulla bolletta e far pagare di più chi invece differenzia meno e produce più rifiuto indifferenziato. Anche a Lanuvio vige la Tarip che però, a quanto sembra, non è proprio così affidabile come dovrebbe. La denuncia che qualcosa non va viene dal responsabile provinciale romano del movimento politico Italia dei Diritti Carlo Spinelli che ricopre, all'interno del movimento, anche il ruolo di responsabile nazionale alla politica interna. E’ lo stesso Spinelli che ci presenta il problema da lui stesso riscontrato essendo residente proprio nel comune dei castelli romani :” Ormai dal mese di giugno risiedo con la mia famiglia a Lanuvio e, come ogni buon cittadino che si rispetti, ci siamo iscritti alla Tarip, iscrizione effettuata via mail a causa degli uffici chiusi per il Covid-19. Ad agosto ci siamo visti recapitare due lettere una indirizzata a me e l'altra alla mia congiunta, dove ci veniva chiesto di iscriverci alla Tarip in quanto a loro non risultava nessun iscritto del nucleo familiare. Telefonavo all'ufficio preposto per fare le mie rimostranze - prosegue Spinelli - informandoli che l’iscrizione era stata regolarmente effettuata a nome della mia congiunta ma, visto che a loro non risultava, ho dovuto nuovamente inviare tutta la documentazione. Chiedevo altresì informazioni circa la fornitura dei secchi per la raccolta e venivo inviato presso l'isola ecologica di via Astura per ritirare quanto dovuto, ma il personale in servizio all’ecocentro mi informava che gli stessi non erano disponibili, che dovevo usare quelli vecchi anche se rotti, e per l’indifferenziato mi veniva fornito un secchio provvisorio senza che lo stesso mi venisse assegnato. La vigilia di Natale mi sono recato di nuovo presso l’ecocentro per smaltire dei rifiuti ingombranti, dove tra l'altro mi è bastato solo dire che ero residente a Lanuvio per scaricare senza che nessuno abbia verificato se quanto affermato rispondesse al vero, e chiedevo nuovamente i secchi per la raccolta differenziata anche perché, quello per la raccolta della carta essendo senza coperchio a causa delle pioggie si era parzialmente riempito di acqua ed il personale preposto per la raccolta lo aveva svuotato solo parzialmente a mano evitando di agganciarlo credo per non far cadere l’acqua stessa; la risposta alla mia richiesta dei secchi è stata che non erano ancora disponibili. A questo punto chiedevo come potevano applicarci la tariffa puntuale visto che la differenziata a noi non poteva essere letta non avendo nessun secchio assegnato e la risposta è stata che per quest'anno avrebbero fatto un forfettario poi una volta arrivati i secchi ce ne veniva assegnato uno in modo da entrare nel sistema Tarip. Ora – va avanti ancora l'esponente IDD – le domande che voglio fare all’assessore all'ambiente del comune di Lanuvio sono queste, ma a Lanuvio la Tarip viene applicata seriamente oppure è solo uno specchietto per le allodole per far vedere che il comune sulla raccolta dei rifiuti è all'avanguardia? Da quando risiediamo nel comune di Lanuvio avremmo esposto al massimo tre volte il secchio dell’indifferenziato perché questo virtuosismo non viene premiato e devono ricorrere ad un forfettario per applicarci la Tarip per un problema che riguarda il comune o comunque chi dovrebbe fornirci i secchi? E perché gli stessi se si riempiono di acqua non ci vengono svuotati visto che anche questo inconveniente si crea per problemi non riconducibili alle nostre persone? Ed infine come si verifica presso l’ecocentro, se chi conferisce i rifiuti è veramente iscritto alla Tarip del comune stesso se basta affermare di essere residenti, senza che nessuno controlli la veridicità di quanto viene affermato, per scaricare? Domande alle quali spero chi di dovere risponderà anche perché – conclude Spinelli – non si può, dopo sei mesi, sentirsi ancora dire che i secchi non sono ancora arrivati di ripassare più in là”.
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