Le best practices a livello regionale sono fondamentali per migliorare le reti oncologiche e centri oncologici che progressivamente si stanno formando. Allo stesso modo è importante comunicare ai cittadini i risultati raggiunti dalle reti oncologiche al fine di aggiornarli sui progressi medici raggiunti. Le reti oncologiche regionali rappresentano il modello organizzativo ottimale per implementare, innovare e completare la prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione fisica e psicologica dei pazienti colpiti da tumore. Le Reti regionali per assicurare sostenibilità del sistema e capillarità necessitano di aumentare il livello di comunicazione tra operatori, pazienti ed istituzioni all’interno della rete, utilizzando la continua evoluzione tecnologica, come l’appropriatezza dei farmaci ad alto valore.
“Il modello a Rete si conferma per l'oncologia come quello in grado di meglio rispondere alla complessità del percorso del paziente oncologico. La Rete garantisce equità di accesso, valutazione multidisciplinare, omogeneità delle prestazioni, utilizzo governato dell'innovazione, distribuzione delle funzioni secondo volumi e complessità della casistica. La pandemia COVID ha dato una forte accelerazione a processi di reale integrazione tra ospedale e territorio nell'ottica di definire nuovi setting assistenziali quali: il domicilio, le cure intermedie e più in generale le attività del Cronich care model che appaiono più rispondenti ad alcune esigenze del paziente oncologico. La Rete, intesa come "squadra" di competenze diverse ma tra loro coerenti, ha l'opportunità di definire nuovi paradigmi assistenziali nell'ambito di una regia unitaria e fortemente supportata da infrastrutture telematiche efficienti. Ad oggi in Italia esistono reti strutturate in Piemonte e Valle d'Aosta, Liguria, Veneto, Toscana, Umbria, Campania e Puglia, mentre in altre Regioni siamo ancora in una fase propedeutica che deve però essere sostenuta e facilitata. Occorre in questa fase rafforzare e supportare le azioni del Ministero della Salute e di Agenas per una più ampia diffusione di questo modello organizzativo in grado di colmare anche differenze oggi presenti nel paese”, ha spiegato Gianni Amunni, Direttore Generale Istituto per lo Studio, la Prevenzione e la Rete Oncologica (ISPRO) Regione Toscana
Il progetto ha visto il coordinamento nelle varie tappe regionali da parte di:
CAMPANIA - Sandro Pignata, Coordinatore Scientifico Rete Oncologica Campana, Direttore Oncologia Uro-Ginecologica, Istituto Nazionale Tumori IRCCS Fondazione “G. Pascale” Napoli, Presidente Comitato Tecnico-Scientifico ACTO Campania
EMILIA-ROMAGNA – Carmine Pinto, Direttore Dipartimento Oncologico e Tecnologie Avanzate, IRCSS Istituto in Tecnologie Avanzate e Modelli Assistenziali in Oncologia, Reggio Emilia
LIGURIA – Paolo Pronzato, Coordinatore DIAR Oncoematologia Regione Liguria
MARCHE – Rossana Berardi, Direttore Clinica Oncologica UNIVPM-AOU Ospedali Riuniti di Ancona
PIEMONTE – Oscar Bertetto, Direttore Rete Oncologica Piemonte e Valle d’Aosta
PUGLIA - Giammarco Surico, Coordinatore Regionale Rete Oncologica Regione Puglia
TOSCANA – Gianni Amunni, Direttore Generale Istituto per lo Studio, la Prevenzione e la Rete Oncologica (ISPRO) Regione Toscana
VENETO – Pierfranco Conte, Direttore SC Oncologia Medica 2 IRCCS Istituto Oncologico Veneto, Padova - Direttore della Scuola di Specializzazione in Oncologia Medica Dipartimento di Scienze Chirurgiche Oncologiche e Gastroenterologiche, Università di Padova, Coordinatore Rete Oncologica Veneta
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