Questo impegno è stato l’espressione concreta delle parole e delle riflessioni contenute nel secondo libro “In fuga controvento” di Gianotti che, edito da Bradipolibri e in distribuzione dal 5 ottobre, racconta il suo percorso sportivo da quando nel 2012 chiuse l’azienda per reinventarsi sui pedali e per riuscire a diventare la donna più veloce ad aver circumnavigato il globo. Le pagine dell’opera accompagnano i lettori tra 120.000 chilometri percorsi, tre Guinness World Record battuti, due Giri d’Italia, 10.000 firme portate da Milano a Oslo per candidare la bicicletta al Premio Nobel per la Pace, 100 biciclette donate a donne ugandesi e una proposta di legge per la sicurezza del ciclista fatta inserire nel codice stradale. Queste imprese sportive hanno rappresentato il pretesto per far riflettere i lettori su tematiche quali la motivazione, la resilienza, le convinzioni e il coraggio del cambiamento. «“In fuga controvento” - spiega Gianotti, - racconta una nuova metamorfosi, oltre i record e lo sport, per capire qual è il mio posto nel mondo tra riflessioni motivazionali e riflessioni più spirituali».
Da queste riflessioni nasce la campagna per il rispetto del ciclista che pone le proprie basi nella considerazione che sulle strade italiane viene registrato un morto ogni trentacinque ore. Il progetto di sensibilizzazione ha vissuto una tappa importante proprio in Toscana in virtù della sinergia e dell’amicizia con Marco Cavorso, il padre a cui una macchina ha ucciso il figlio in bicicletta e che ha ora condiviso le finalità della ciclista. «La Toscana - commenta Gianotti, - è una regione fantastica, dove pedalare non è mai banale tra mare, collina e montagna. Ma è anche una regione piena di contraddizioni con molti progetti di percorsi cicloturistici realizzati e con molte strade bianche diventate famose come quelle dell’Eroica, ma con poche piste ciclabili e con zone lungo la costa dove è difficile andare in bicicletta in sicurezza. Spero che il mio tour, insieme con il libro, sia servito e serva ad aumentare questa sensibilità e il rispetto verso i ciclisti, con un impegno civico e sociale che dovrebbe essere sposato da ogni cittadino e automobilista».