Chi vive in campagna lo sa bene: non è facile mentenere un pollaio. Sogno proibito di molti, allevare galline è una vera e propria arte che va affinata col tempo e che richiede non solo l’utilizzo della giusta attrezzatura, ma anche il rispetto delle normative vigenti che concernono le condizioni di vita dell’animale nelle casette per galline.
La direttiva europea
Le galline, nonstante il tradizionale pregiudizio, sono animali altamente intelligenti e sensibili, che non sopportano la reclusione prolungata. E’ quindi di fondamentale importanza trovare degli spazi consoni per permettere ai nostri amici pennuti di vivere in maniera salutare. Da anni si discute sull’impatto dannoso degli allevamenti in batteria sulla salute dei volatili che sono costretti a viverci. Sarebbe soprattutto l’esiguità dello spazio vitale a provocare danni irreparabili alle galline. Se i poveri animali destinati a diventare carne da macello per stabilimenti industriali spesso sono condannati a vivere in gabbie di metallo senza nemmeno lo spazio necessario per aprire le ali, in numerosi casi nemmeno le galline allevate da privati se la passano meglio. L’Unione Europea si è mossa per migliorare la qualità di vita dei volatili emanando la direttiva 1999/74/CE, con la quale ha vietato la reclusione dei volatili nelle tipiche gabbie in metallo dal gennaio 2012. Dunque è necessario che chiunque si accinga ad allevare volatili segua le norme dettate dall’UE, non solo per non incorrere in sanzioni legali ma anche per garantire uno stile di vita salutare agli animali. Sempre secondo la direttiva 1999/74/CE, le galline devono poter avere accesso all’esterno della gabbia e devono obbligatoriamente vivere “a terra” o in “gabbie modificate”. Le suddette gabbie devono garantire alle galline uno spazio vitale di almeno 750 cm2 e un nido. Inoltre, esse devono obbligatoriamente contenere dispositivi di accorciamento delle unghie (che nelle “gabbie tradizionali” sono condannate a crescere a dismisura infliggendo una terribile sofferenza all’animale e, spesso, ferendolo a morte). Infine, le “gabbie modificate” devono contenere dei posatoi per le uova e delle lettiere. Queste ultime, in particolare, sono di estrema importanza per il mantenimento della pulizia nel pollaio e per la salute dei volatili.
I dati delle associazioni animaliste
Nonostante sia ormai di fatto illegale far vivere delle galline in queste condizioni degradanti, non mancano le denunce delle associazione animaliste italiane ed estere che negli scorsi anni hanno messo in luce le condizioni di vita critiche di molte galline da allevamento. Secondo il report pubblicato dall’associazione animalista “Ciwf Italia” il giorno 1 luglio 2020, gli animali allevati in gabbia in Europa in condizioni critiche sarebbero quasi 370 milioni. Sempre secondo lo stesso report, l’Italia sarebbe diciassettesima nell’UE per la detenzione di animali in gabbia negli allevamenti intensivi. Nei mesi scorsi, l’associazione è anche risucita a raccogliere un milione di firme contro l’allevamento in gabbia, che la stessa ritiene essere una barbarie. I numeri pubblicati nel report di “Ciwf Italia” fanno riflettere riguardo al problema degli allevamenti intensivi di animali. E’ comprovato che le condizioni di vita degli animali in gabbia non sono assolutamente dignitose e sono dannose sia per gli animali stessi che per i consumatori. E’ dunque ora che anche gli allevatori europei, industriali e non, rivedano il loro modo di trattare gli animali, ed, in particolar modo, le galline, da sempre simbolo dello sfruttamento degli allevamenti intensivi.