“La necessità di sviluppo di PDTA è oramai una prassi consolidata ed accettata da tutte le comunità professionali, rispecchiando la necessità opportunità di una sincronizzazione di tutti gli interventi necessari per ogni singolo paziente. Non sono quindi linee guida ma una sorta di clinical path che raccolgono insieme raccomandazioni scientifiche e altre evidenze e i professionisti che le devono assicurare in un cronoprogramma condiviso. La adesione ai vari PDTA, cioè la loro reale applicazione nella operatività quotidiana, rappresenta attualmente il vero limite dello strumento che, teoricamente, è perfetto. Dalla pratica quotidiana della vita reale sappiamo che il grado di adesione ad una qualsiasi raccomandazione, linea guida o PDTA è tanto maggiore quanto più ristretta è la comunità professionale che la usa, a sottolineare come il proxy del successo di iniziative di questo genere siano collegate al grado di reale condivisione delle decisioni. È per questo motivo che vogliamo sperimentare una nuova modalità di generazione della condivisione interprofessionale e interdisciplinare attraverso una modalità web-based basata sviluppata sul concetto del crowd-funding chiamata Open Way che, sia pur con i limiti della sperimentazione, abbiamo già testato con un discreto ritorno di interesse fra i professionisti coinvolti. Tutto questo per cercare di rendere “nativamente” condivisi tutti i passaggi di un PDTA con tutti i professionisti che lo dovranno utilizzare e creando anche la base di un senso di responsabilità nell’operare sul ‘proprio’ prodotto”, ha detto Carlo Tomassini, Direttore Generale Diritti di Cittadinanza e Coesione Sociale, Regione Toscana
“Le maculopatie rappresentano una opportunità e una sfida terapeutica per il Sistema Sanitario. Opportunità perché sono disponibili farmaci attivi nei confronti di questa patologia. Farmaci che pure con profili economici diversi hanno sicuramente effetti terapeutici ormai consolidati. Come spesso succede nelle patologie croniche però queste terapie hanno necessità di un impiego corretto con particolare riferimento alla continuità terapeutica. Vista la particolare somministrazione, la continuità terapeutica di questi farmaci coinvolge due attori: il paziente e l’organizzazione del SSR. Se il coinvolgimento dei pazienti attiene ai classici fattori che determinano la continuità terapeutica nella cronicità, l’accesso a queste terapie coinvolge l’organizzazione dei reparti ed allo stesso tempo è condizionata dalle risorse (strutture, personale e strumentazione) disponibili. L’appropriatezza delle terapie delle maculopatie è determinata pertanto non solo dalle decisioni professionali ma anche da determinanti organizzative”, ha spiegato Claudio Marinai, Responsabile del Settore Politiche del Farmaco e Dispositivi Regione Toscana
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