“Cari presidenti, purtroppo dovremo rimanere ancora con il fiato sospeso perché, come è noto, il Governo ha prorogato il lockdown fino al 13 aprile e non è dato sapere se da quel momento si potrá, in che misura e con quali modalità riprendere l’attività sportiva.
Chiaramente lo stato di incertezza sulla possibilità di portare a compimento i campionati, tanto professionistici quanto dilettantistici, è sotto gli occhi di tutti. Poichè non è pensabile, neanche con tutto l’ottimismo di cui io sono capace, che il 14 aprile si ritorni alla vita normale, il tempo a disposizione, dal momento in cui dovessero aprire i palazzetti, sta consumandosi in maniera inesorabile e al di là dei sovra ordinati, e quindi inderogabili, provvedimenti delle autorità preposte alla tutela della salute pubblica (Governo, Ministero dellla Salute, Governatori delle Regioni, Sindaci di Comuni) anche i vertici del calcio, che vengono prima di noi, dovranno fare i conti con le difficoltà delle proprie affiliate che si troveranno in uno stato di inattività (sportiva ed anche economica, per così dire) di almeno un paio di mesi se non oltre.
Personalmente penso che una evoluzione rassicurante dell’emergenza sanitaria alla data del 13 aprile lascerebbe qualche spiraglio, mentre il perdurare di una situazione di stallo alla stessa data dovrebbe indurre a decisioni risolutive perché come ho letto in questi giorni “mai come in questo momento fare la scelta giusta può essere garanzia per il futuro”.
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