Nell'atelier di Carlotta Checchi, giovane imprenditrice che ha già conquistato il mondo dell'intimo di lusso. Da scoprire la collezione autunno-inverno
UDINE, Italy, 11 febbraio 2020 -- Luxury lingerie rigorosamente made in Italy, curata nelle forme, nei colori, nei dettagli, e creata nel segno di un'invenzione senza precedenti in fatto di materiali: la fibra d'argento, un tessuto innovativo, che domina nella maggior parte dei capi. È questo il core business di Carlotta Checchi, giovane imprenditrice che a soli 23 anni ha lanciato un suo brand, C.ALLA, già affermatosi sulla scena italiana.
L'attività ha base a Bologna, capitale italiana dell'underwear, dove l'atelier è diventato un punto di riferimento per chi ama la qualità superiore. E nello showroom C.ALLA in via del Lavoro. 85, a Casalecchio di Reno, è ora il momento per scoprire la collezione autunno/inverno. "La donna C.ALLA in questa stagione – spiega Carlotta – si lascia sedurre dal contrasto tra l'oscurità maliziosa di un bosco notturno e la purezza del raso che indossa".
C.ALLA è un nome ispirato dall'omonimo fiore. "Un insieme di contrasti – continua -: l'eleganza, la purezza e la sinuosità. La donna che vesto io è elegante, raffinata, ma anche erotica al tempo stesso".
Le forme di C.ALLA sono perfette in quanto disegnate sul corpo femminile. L'azienda produce slip, reggiseni, lingerie da notte, corsetteria, intimo da sposa tailormade, ma anche underwear maschile. Il tutto nelle linee Basic, contraddistinta da un'eleganza essenziale, Luxury, ideata nel segno della preziosità, Silver, che vede il trionfo del filo d'argento.
I materiali sono raso, pizzi e chiffon, mussole trasparenti, tulle e organza. E poi, appunto, il filo d'argento. Una garanzia di salubrità, trattandosi di un materiale dermatologicamente e tossicologicamente testato.
La lingerie è prodotta in Italia, in particolare in Emilia-Romagna. "Prediligo il Made in Italy e considero questa scelta una parte fondamentale dell'etica del mio brand – sottolinea l'imprenditrice -, perché ritengo essenziale ridare fiato alla creatività italiana e alla grande tradizione di questo Paese".
Carlotta, confessando che ai tempi delle scuole medie acquistava "bustini, reggicalze, giarrettiere, senza usarle, ma solo per conservarle nel mio cassetto, perché le reputavo le cose più belle del mondo", ha affrontato con coraggio l'ingresso nel competitivo mondo della moda. Il sogno ora è "andare all'estero". In particolare, conclude l'imprenditrice, "in Russia e negli Emirati Arabi, dove resiste ancora una radicata cultura dell'intimo".