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Il ritmo del desiderio. Da Jung alle pratiche filosofiche di Roberto Cecchetti
Lo scrittore, docente di filosofia e analista filosofo Roberto Cecchetti presenta “Il ritmo del desiderio. Da Jung alle pratiche filosofiche”, uno stimolante saggio impreziosito da un’acuta prefazione di Massimo Donà. Nel volume - diviso in una parte più autobiografica e in un’altra prettamente teorica - l’autore fiesolano analizza e approfondisce i concetti di libertà, desiderio e libido nel pensiero di Carl Gustav Jung, e la teoria dello sviluppo della coscienza individuale strettamente intrecciata all’inconscio collettivo di Erich Neumann.
Titolo: Il ritmo del desiderio. Da Jung alle pratiche filosofiche
Autore: Roberto Cecchetti
Genere: Saggio – Filosofia occidentale moderna
Casa Editrice: Mimesis Edizioni
Collana: Philo – Pratiche filosofiche
Pagine: 208
Prezzo: 22,00 €
Codice ISBN: 978-88-5755-493-8
«La libido è un’irrefrenabile energia desiderante che converte l’essere non ancora manifesto in manifestazione del desiderio. Conoscerne la fonte significa ricercare il luogo del primigenio e inesauribile desiderare […]».
Il ritmo del desiderio. Da Jung alle pratiche filosofiche di Roberto Cecchetti è un saggio complesso ed estremamente interessante, che si divide in due parti distinte a richiamare la necessaria complementarietà dell’aspetto autobiografico - che domina nella prima parte - e di quello più strettamente teorico - incentrato sul tema dell’idealismo e sull’impianto speculativo di Carl Gustav Jung. In questo volume viene portata alla luce una nuova interpretazione del pensiero di Jung, un pensiero che non sempre è stato esplicitato dallo psichiatra svizzero. Cecchetti parte dal presupposto che se si prende sul serio la speculazione junghiana sull’inconscio, si deve asserire che è l’inconscio stesso a generare e a dare forma alla realtà come costruzione dell’individuo. Il punto è che tale costruzione risulta essere sempre inconscia, ed ogni tentativo di direzione volontaristica da parte dell’Io non è sufficiente ad indirizzare i moti desideranti dell’inconscio. Non essendo possibile rivolgersi direttamente all’inconscio per modificarlo o strutturarlo in modo nuovo, occorre quindi una dialettica che passi attraverso la mediatezza per avere accesso al desiderio creativo che l’inconscio rappresenta. L’inconscio è desiderio creativo, ed è il luogo in cui viene a determinarsi il destino individuale di ciascuno; come si può quindi diventare padroni del proprio destino? Ecco la domanda fondamentale sulla libertà dell’essere umano che l’autore si pone in questo testo. L’essere umano non ha padronanza diretta sul modo in cui si dà forma all’esistenza e alla realtà che lo circonda, e non c’è dubbio che gran parte delle patologie e dei malesseri del nostro tempo siano originati proprio da una fusione della coscienza con l’inconscio - condizione denominata “uroborica” dallo psichiatra Erich Neumann. Il fondamento delle patologie contemporanee può essere ritrovato proprio qui: la coscienza è presa in un vortice di potenze sia collettive che individuali assolutamente inconsce, per cui si è diretti da forze sconosciute e incoercibili e non si è padroni del proprio destino, non si è cioè affatto liberi. Questa situazione di impotenza si traduce in malattia; lo vediamo nella dipendenza dei figli nei confronti del desiderio dei genitori, nella difficoltà degli adolescenti ad affrontare in modo sano la vita, nella mancanza di senso nelle relazioni, nei rapporti fusionali nelle coppie, nella dipendenza da sostanze stupefacenti. Sempre più di rado la società offre modelli simbolici di sviluppo della coscienza e di differenziazione dall’inconscio, e Roberto Cecchetti, da analista ad orientamento filosofico, cerca di colmare questo vuoto e ne Il ritmo del desiderio afferma con convinzione che non c’è cura senza una presa di coscienza, senza la capacità di interpretare la realtà sociale, storica, culturale che ci circonda. Anche l’individuo “sano” deve prendersi filosoficamente cura della propria esistenza affinché, attraverso una ricerca di senso assolutamente personale, possa giungere alla capacità di orientarsi in un mondo che dopo l’evento della cosiddetta morte di Dio è divenuto puro caos.
TRAMA. L’uomo, in quanto essere parlante e capace di immaginare altrimenti, si costituisce nel movimento dialettico del proprio desiderare creativo e spontaneamente inconscio. A partire da Jung e dalle pratiche filosofiche, questo libro scava intorno alle cose ultime, quelle che sembrano essere il luogo d’origine delle leggi della psiche, che regolano il rapporto fra soggetto e oggetto. La pietra filosofale – obiettivo di ricerca nell’alchimia – rappresenta qui in tal senso la ricomposizione di quegli indizi che, come membra sparse di un’unità originaria, rivelano i punti di congiunzione fra l’uomo e la realtà, fra mondo interno e mondo esterno. E dalla meraviglia che suscita l’incontro di questi due poli scaturisce il momento d’inizio del filosofare. Come raggiungere e gestire questa energia originaria che sotto la forma del desiderio risiede nell’ombra dell’inconscio? In queste pagine si cerca una risposta, seguendo la viva esperienza biografica, tra l’orizzonte filosofico e quello psicoanalitico.
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BIOGRAFIA. Roberto Cecchetti (Fiesole, 1984) è dottore in Filosofia e in Psicologia, è analista filosofo (Sabof) e docente di filosofia presso la Scuola di Psicoterapia Erich Fromm di Prato. Ha frequentato la Scuola Philo di Milano, nella convinzione che la filosofia debba tornare a essere una pratica di vita e uno strumento di cura. Collabora con diverse riviste tra le quali: “Giornale Critico di Storia delle Idee”, “Antàres. Prospettive antimoderne”, “Intellettuale Dissidente” e “Axis Mundi”. Nel 2017 pubblica per Attucci Editore la sua autobiografia “La metrica dell’apparenza”. Nel 2019 pubblica per Mimesis Edizioni il saggio “Il ritmo del desiderio. Da Jung alle pratiche filosofiche”. È inoltre in uscita a febbraio 2020 per Gog un volume collettaneo dedicato al tema del fantastico dal titolo “Oltre il reale”.
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