I rapporti di tensione e distensione sonoro-emotiva e l'alternarsi di momenti di stasi ed altri più dinamici, tracciano le fila del brano in bilico tra le ombre e la luce.
Il brano racconta dello smarrimento di una civiltà, difronte alla perdita improvvisa ed inaspettata dei propri punti di riferimento, quando tutti gli strumenti che fin lì avevano saputo guidarla, non le permettono più di decifrare una realtà mutata e impenetrabile. La metafora delle stelle e della loro caduta sta a simboleggiare lo sgretolarsi di ideali e credo, che si pensavano eterni ed immutabili: ed ora quest'umanità, orfana delle sue coordinate, sotto un cielo ormai “muto e senza più nome”, vaga alla deriva. Nel buio della notte inizia, unita, un nuovo cammino. E ad un tratto, il respiro del vento: che riporta memorie di un tempo arcano, dove tutto questo era già accaduto, lasciando traccia di antichi saperi. Sarà questa ritrovata conoscenza ad animare il nuovo corso e suggerire gli strumenti, nuovi sestanti, con cui ridisegnare mappe e rotte che indichino la nuova via. Musicalmente, all'energia quasi tribale dell'inizio si contrappone subito un paesaggio sonoro caratterizzato dall'immobilità, con minimi interventi che accompagnano il racconto. Questo via via prende corpo fino ad una nuova apertura, meno caotica della precedente, e che risolve a sua volta in un nuovo ambiente fatto ancora di pochi elementi, a punteggiare la narrazione, dove si propone il tema della caduta delle stelle e del caos. Riappare quindi l'episodio energico dell'inizio. Ed il suo spegnersi, nella fissità del buio. Autoproduzione Radio date: 5 novembre 2019 BIO Ettore Filippi vive e lavora a Trento. Compie i primi studi musicali da bambino suonando la tromba; da autodidatta impara a suonare le tastiere. All'età di vent'anni inizia la prima esperienza con gruppi musicali della zona nell'ambito del pop rock italiano, prima come tastierista, poi come cantante. La sua esperienza in quell'ambito culmina con il gruppo degli RSU, di cui è co-fondatore e cantante, delineandone la linea musicale e occupandosi della creazione dei testi. Questa collaborazione lo porta a esibirsi in diverse situazioni in ambito italiano, proponendo un sound che guarda in parte al crossover, in parte ad influenze industrial (NIN, Young Gods..). Nel frattempo si iscrive al corso di canto lirico, presso il conservatorio della città. Spiccano, nei primi anni 90 le partecipazioni come finalisti ad Arezzo Wave e Rock Targato Italia. A Milano il gruppo apre il concerto dei Rage against the machine. A ridosso della firma del contratto con una major, abbandona il gruppo, che autonomamente proseguirà seguendo un proprio percorso musicale. Inizia così un nuovo corso caratterizzato dallo studio del canto e successivamente della composizione. Si diploma in canto e, a metà anni 2000, si laurea con lode in Composizione e linguaggi musicali del '900, sotto la guida del M° Cosimo Colazzo. Durante questo periodo alcune sue composizioni vengono eseguite durante festival di musica contemporanea (Mondi sonori, Festival contemporanea Lucca). Nel 2004 vince il primo premio al concorso di composizione “Val Sassina”, col brano “Natale 1833” su testo del Manzoni. Parallelamente continua con l'attività di cantante, dedicandosi all'esecuzione di brani tratti dal repertorio liederistico di area tedesca e francese (Strauss R., Schubert, Schumann, Fauré, Debussy ed altri), nonché ad alcune rappresentazioni in forma di concerto di opere di Paisiello, Mozart, Donizetti, Orff. Negli ultimi anni è riemerso, tuttavia il bisogno di sondare, in prospettiva nuova, il mondo della musica cosiddetta non ecolta, riallacciando le fila con un sentire musicale, lasciato un po' bruscamente. Il suo album d'esordio, “Verso sera”, co-prodotto con l'amico Roberto Segato, dà corpo a questo progetto, caratterizzato da una trasversalità tra i generi, prospettiva da sempre sostenuta e proposta.