Venerdì 12 luglio alle ore 18 “Dossier Isabella Morra” e “L’istinto altrove” da Mondadori Store Jenner, via Jenner 56, Roma. Presenta la giornalista Fiorella Cappelli. Segue corto teatrale “Parlate della mia poesia” in ricordo di Isabella Morra, diretto da Giuseppe Lorin. In scena Chiara K Pavoni, Carmelita Luciani, Pierluigi Gangitano, Giulio Eccher. Musiche del M° Gianni Mirizzi. Ingresso libero. E poesia a volontà.
Dalla prefazione di Dacia Maraini – L’istinto altrove, Giuliano Ladolfi Editore
“In questa raccolta di poesie dal titolo emblematico L’istinto altrove Michela Zanarella sembra voler far sua la natura stessa del linguaggio poetico che riesce a scavare e mettere in luce le radici più profonde e nascoste dei sentimenti che ci animano, l‘amore sopra tutti. E come l’amore ci porta lontani e distanti dal mondo reale per abbracciare quelle che credi essere o sono davvero le ragioni della nostra vita, così la poesia si concede la libertà di connessioni, digressioni, perdite di senso, perché qui sono le parole che si incontrano, si intrecciano in un gioco spesso senza senso apparente, non ci sono verità, ma solo, appunto, istinto e quando le parole prendono ad avere un senso compiuto è proprio allora che si allontanano di nuovo. […] Bandito il realismo è solo il suono delle parole a svelare il loro significato più nascosto, più segreto. Ce lo hanno insegnato i poeti americani in quelle lontane serate d’estate a piazza di Siena a Roma che la poesia è canto di una voce angosciata, è dolore che si fa parola, è ritmo scandito sui battiti del cuore, è quella musica dal ritmo di tamburo che fa da sfondo alla nostra vita”.
Dossier Isabella Morra – Bibliotheka Edizioni
Il ritratto vero, appassionato, commovente e lancinante di una delle penne poetiche più intense del XVI secolo.
Isabella confida che i posteri non la ricordino soltanto come fanciulla uccisa, pregandoli invece di non dimenticare i suoi lavori, le sue poesie scritte nella sofferenza di adolescente privata del padre, unico punto di riferimento in una terra amara. È nel primo sonetto, più che in altri, che si avverte la necessità di essere ricordata come poetessa, poiché, come sostiene, è la Poesia a mantenere in vita il poeta stesso.